Mercoledì 24 Aprile 2024

Codera e il Graal: l’Italia dei paesi fantasma

Nel borgo della Val Chiavenna la leggenda vuole che un prete nel 603 nascose il sacro vaso. E Santa Chiara del Tirso è come Atlantide

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di Anna Mangiarotti

Fenomeno di massa, l’attrazione per i paesi fantasma. Cinque milioni di persone non resistono al richiamo di digitare “urbex“ (urban exploration) su Google, 10 milioni se urbex diventa hashtag per Instagram. Sul campo, si muovono architetti, globetrotter, antropologi, poeti... Necrofili dell’urbano? Ansiosi di sfuggire a strade trafficate, a case imbottite di masserizie, a caselle straripanti di posta elettronica? Cercatori dell’anima trattenuta nelle rovine di chi le ha posate? D’altro canto, per evitare che ulteriori comunità del nostro piccolo mondo antico diventino fantasmi, il buon Ermete Realacci (ispirato da Gustav Mahler che disse "tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco") ha ideato la legge 1582017 “Salva Borghi”. Ancora da applicare. Ma ora rilanciata dal Piano Nazionale Borghi di Franceschini (1 miliardo dal Pnnr per il rilancio di 250 borghi) nonché dal Fai nella nuova edizione de “I Luoghi del Cuore”, con premio di 20.000 euro per la sezione “I Borghi e i loro luoghi”: quei luoghi “nel cuore dell’Italia” trascurata dallo sviluppo, sofferente di spopolamento e degrado (www.iluoghidelcuore.it).

La volontà di trovare un senso a esperienze di riabilitazione, recupero e rinascita ha già mosso Riccardo Finelli, autore del suggestivo Atlante dei paesi fantasma (Sonzogno). Una selezionatissima ventina di quelli che vengono anche chiamati “Nonluoghi“, dal Nord al Sud dell’Italia. Vedi Codera: capitale dell’omonima valle laterale alla Valchiavenna (provincia di Sondrio), 7 residenti e nessuna strada, meta di turisti-lavoratori (alternano escursioni a coltivazione di fagioli) e della ricerca niente meno che del Graal, si dice portato quassù da un sacerdote nel 603 per sottrarlo all’avanzata della longobarda regina Teodolinda.

In coda, Poggioreale, il borgo disabitato più bello della Sicilia: "Non si sbriciolò come altri della valle del Belice, nel maledetto gennaio 1968 – aggiunge Finelli – ma rimase sostanzialmente in piedi. Sospeso in un purgatorio che avrebbe potuto essere la sua fortuna, ma non l’ha salvato dall’inferno. La surreale scenografia è prediletta da coppie di sposi, per ambientarvi il servizio fotografico, e soprattutto dal regista Tornatore. Vi ha girato scene di vari film, tra cui Nuovo Cinema Paradiso. Un invito a esercitare l’immaginazione".

Nell’altra grande isola, la sarda Santa Chiara del Tirso. Gloriosa diga sorta nel 1923 come la più alta al mondo, ad archi multipli. Con una centrale elettrica unica nel suo genere, integrata a mezza altezza nelle pareti della stessa diga. Poi, causa segni di cedimento, una nuova nel 1997 è stata ultimata, con il bacino artificiale più grande d’Europa. Della prima antica sfida all’arretratezza restano le vestigia sommerse, groviglio di cemento e metallo: "Una specie di iceberg. Sotto, i segreti di Atlantide – segnala l’esploratore cartografo – di proprietà Enas, Ente acque della Sardegna. In stato d’abbandono, il villaggio modello che ospitava gli operai. Vigila però contro atti vandalici e saccheggi la 91enne Isabella Fiore. Nel 1935 mise piede per la prima volta in una delle casette immacolate. Per qualche restauro della chiesa, ha venduto la sua pelliccia. Impegno economico non banale sarebbe richiesto da un progetto a servizio del territorio, tuttora di proprietà Enel".

Lungo la penisola, altre suggestioni. Buonanotte, in Abruzzo, in bilico tra buona e cattiva sorte. O l’etrusca Celleno, produttrice di ciliegie e paura tipiche. Sotto l’obiettivo del Paranormal Investigation Team italianissimo e attivissimo: ogni suo video raccoglie tra le 100.000 e 200.000 visualizzazioni. Tanto che nel 2018 il sindaco ha fatto registrare il marchio “Borgo fantasma”.

Tempo di azione è però soprattutto per Castelnuovo dei Sabbioni (vittima della strage nazista del ’44, nel ’95 set del film di Alessandro Benvenuti Ivo il tardivo) e l’area ex-mineraria circostante (al centro esatto del triangolo Arezzo-Firenze-Siena). Nel febbraio di quest’anno il Comune di Cavriglia ha vinto il bando ragionale (20 milioni di euro di fondi) per ripristinare abitazioni, creare botteghe, luoghi di cultura, albergo diffuso, un parco dello sport, rendendo balneabili i due laghi lasciati in dono nei crateri di scavo. Il destino, conclude Finelli, si diverte con i paradossi: "Un paese terrigno, impastato di lignite, sarà salvato da un minuscolo mare".

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