di Anna Mangiarotti Fenomeno di massa, l’attrazione per i paesi fantasma. Cinque milioni di persone non resistono al richiamo di digitare “urbex“ (urban exploration) su Google, 10 milioni se urbex diventa hashtag per Instagram. Sul campo, si muovono architetti, globetrotter, antropologi, poeti... Necrofili dell’urbano? Ansiosi di sfuggire a strade trafficate, a case imbottite di masserizie, a caselle straripanti di posta elettronica? Cercatori dell’anima trattenuta nelle rovine di chi le ha posate? D’altro canto, per evitare che ulteriori comunità del nostro piccolo mondo antico diventino fantasmi, il buon Ermete Realacci (ispirato da Gustav Mahler che disse "tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco") ha ideato la legge 1582017 “Salva Borghi”. Ancora da applicare. Ma ora rilanciata dal Piano Nazionale Borghi di Franceschini (1 miliardo dal Pnnr per il rilancio di 250 borghi) nonché dal Fai nella nuova edizione de “I Luoghi del Cuore”, con premio di 20.000 euro per la sezione “I Borghi e i loro luoghi”: quei luoghi “nel cuore dell’Italia” trascurata dallo sviluppo, sofferente di spopolamento e degrado (www.iluoghidelcuore.it). La volontà di trovare un senso a esperienze di riabilitazione, recupero e rinascita ha già mosso Riccardo Finelli, autore del suggestivo Atlante dei paesi fantasma (Sonzogno). Una selezionatissima ventina di quelli che vengono anche chiamati “Nonluoghi“, dal Nord al Sud dell’Italia. Vedi Codera: capitale dell’omonima valle laterale alla Valchiavenna (provincia di Sondrio), 7 residenti e nessuna strada, meta di turisti-lavoratori (alternano escursioni a coltivazione di fagioli) e della ricerca niente meno che del Graal, si dice portato quassù da un sacerdote nel 603 per sottrarlo all’avanzata della longobarda regina Teodolinda. In coda, Poggioreale, il borgo disabitato più bello della Sicilia: "Non si sbriciolò come altri della valle del Belice, nel maledetto gennaio 1968 – aggiunge Finelli – ma rimase sostanzialmente in piedi. Sospeso in un purgatorio che avrebbe potuto ...
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