
Dal 3 luglio nelle sale il cortometraggio del debuttante Pier Paolo Paganelli. Nel cast anche Vittoria Puccini: "Una governante, la mia prima volta da cattiva".
Il papà aveva stabilito che alla sua morte la villa diventasse un orfanotrofio, in modo che la sua piccola Margot non rimanesse sola ma vivesse con altri bambini. Non immaginava che la governante Felicia si sarebbe rivelata una donna perfida, un’aguzzina nei confronti di Margot e di tutti i bimbi dell’orfanotrofio. Ma nei pressi della villa arriva un circo, un piccolo magico circo, e quando Margot riesce a scappare, trova sotto quel tendone un rifugio sicuro e in Charlie e negli altri artisti, degli amici fidati. Incanto (dal 3 luglio nelle sale), primo lungometraggio di Pier Paolo Paganelli, è una fiaba per bambini e famiglie, un’opera riuscita e insolita per il cinema italiano. E si misurano in ruoli per loro inusuali Vittoria Puccini, la terribile Felicia, e Giorgio Panariello, il misterioso clown bianco Charlie.
"Felicia è una cattivissima che non si pente mai e non si redime, e proprio questo mi ha attratta. Un personaggio – dice Vittoria Puccini – un po’ come quelli della Disney, alla Crudelia De Mon o come la matrigna di Cenerentola. Una sfida che all’inizio mi preoccupava perché mi domandavo: sarò credibile in un ruolo così diverso da me? Poi mi sono molto divertita perché sono personaggi che ti permettono di osare".
Panariello, chi è il suo Charlie? "Charlie mi è parso subito un personaggio adatto a me, un clown, quello che in fondo sono nella vita, il lavoro che faccio con tanto di naso rosso. Un personaggio pieno di mistero, uno che vive sempre con una maschera e non si strucca mai, nemmeno nella vita. Abbiamo pensato con il regista a quale poteva essere il suo passato e crediamo forse varrebbe la pena di raccontarlo. Credo che questo film andrà bene in sala e se ne potrebbe ricavare una serie su un circo che si ferma dove ci sono bambini vessati".
Come mai così poco cinema per lei? "Perché purtroppo sono pochi i registi che sanno vedermi oltre quella che è normalmente la mia attività. Ancora in Italia se fai il sabato sera della televisione non puoi fare il cinema, e se fai tanto cinema non puoi fare il sabato sera della televisione. C’è ancora questo pregiudizio. Siamo settari, mentre non è così nel resto del mondo. Però io aspetto, non ho fretta, e quando capita un ruolo giusto come questo, do il massimo".
E provare a realizzare lei stesso un film? "Ho scritto, scrivo, porto a leggere. Ho in cantiere almeno due o tre sceneggiature che sono più o meno in questo stile, delle commedie, anche un po’ amare. Faccio vedere e poi chissà. Il cinema è strano, perché non ti accade nulla per tanto tempo, poi magari improvvisamente basta una cosa e può cambiare tutto. Anche con Pier Paolo Paganelli stiamo parlando di un progetto, un film che a noi sembra molto interessante, sempre fantasy".
Ha girato un paio di film anche come regista: Bagnomaria e Al momento giusto. Non vorrebbe tornare anche dietro la macchina da presa? "Il regista l’ho fatto ma, per l’amor di Dio, meglio che lo faccia chi lo sa fare. A me piace concentrarmi sul personaggio e dare in questo il meglio di me".
Il suo Charlie è l’artista di un circo. A lei il circo piace? "Il circo mi è sempre piaciuto, fin da piccolo. All’epoca non avevo ancora una coscienza animalista e quindi mi divertiva la scimmietta col tutù, mi faceva molto ridere. Col tempo ho capito che proprio la scimmietta col tutù, così come tutte le esibizioni degli animali fanno diventare il circo uno spettacolo triste. Senza l’esibizione degli animali, il circo è fantastico. Come dimostra alla grande Le Cirque du Soleil, e anche noi con questo film. Il circo, senza ricorrere a effetti speciali da intelligenza artificiale, è stupore, meraviglia, incanto".