Mercoledì 24 Aprile 2024

Tom Hanks: "Oggi non potrei interpretare un gay ed è giusto così"

L'attore parla di quanto è cambiata la sensibilità dell'industria cinematografica, che pare sempre più orientata verso la massima autenticità

Tom Hanks

Tom Hanks

Durante un'intervista concessa al New York Times nell'ambito della promozione del film 'Elvis' (dal 22 luglio nelle sale cinematografiche italiane), Tom Hanks ha detto che, come uomo eterosessuale, oggi non potrebbe più essere il protagonista di 'Philadelphia' (1993), nel quale recita la parte di un omosessuale che sta morendo di AIDS (e che gli fece vincere l'Oscar). E ha aggiunto che "è giusto così". "Il messaggio centrale di 'Philadelphia", ha spiegato Tom Hanks, "era di non avere paura. Una delle ragioni per cui la gente non era spaventata dal film era che ero io a interpretare un omosessuale. Ora siamo andati oltre e non penso che la gente accetterebbe di buon grado la non autenticità di un uomo etero che interpreta un gay". Siamo insomma di fronte a una diversa sensibilità e a differenti richieste da parte del pubblico, sostiene Hanks: "Non è un crimine né qualcosa di spaventoso che oggi si voglia qualcosa di adatto al moderno reame dell'autenticità". Le parole di Tom Hanks hanno subito provocato le reazioni più disparate. Tralasciando le sfuriate inutili, o le beatificazioni di comodo, emergono però alcune voci interessanti. C'è per esempio chi, come il critico cinematografico Guy Lodge, dice che le dichiarazioni di Hanks sono sincere, ma fondamentalmente non vere. E questo perché "attori eterosessuali continuano a interpretare personaggio LGBTQ, alcuni di loro in modo magistrale. Il dibattito sulle ragioni e i torti di tutto questo è in corso, con scarso consenso in un modo o nell'altro". Infatti Ewan McGregor ha recentemente vinto un Emmy interpretando lo stilista Halston, mentre Bradley Cooper sta attualmente girando un film biografico sul musicista Leonard Bernstein. Allo stesso modo, Timothée Chalamet e Armie Hammer hanno ricevuto grandi elogi per il lavoro svolto in 'Chiamami col tuo nome', e la medesima cosa è accaduta a Kate Winslet e Saoirse Ronan per 'Ammonite'. La situazione è insomma complessa e contraddittoria, com'è normale che sia quando parliamo di tendenze culturali. Forse ha ragione Tom Hanks quando dice che oggi 'Philadelphia' non si potrebbe fare così com'è stato realizzato all'inizio degli anni Novanta. Ma forse no, chi lo sa. Probabilmente non sarebbe necessario tranquillizzare il potenziale pubblico, e questo è comunque un segno dei cambiamenti in atto.

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