Mercoledì 2 Ottobre 2024
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Shiatsu, l’arte del contatto

Il trattamento shiatsu, antica pratica giapponese, consiste in pressioni sul corpo per risvegliare le risorse vitali. La relazione tra operatore e ricevente è fondamentale per favorire il benessere.

Shiatsu, l’arte  del contatto

Il trattamento shiatsu, antica pratica giapponese, consiste in pressioni sul corpo per risvegliare le risorse vitali. La relazione tra operatore e ricevente è fondamentale per favorire il benessere.

Pressioni, effettuate con le dita i palmi delle mani, le nocche e i gomiti. Sono le tecniche tipiche del trattamento shiatsu, codificate in Giappone circa un secolo fa, attingendo da un patrimonio di antiche pratiche e discipline. "Più precisamente – spiega Marcello M[/EMPTYTAG]arzocchi, insegnante e operatore della scuola di shiatsu Omotenashi di Bologna –, la tecnica consiste in una serie di pressioni che vengono portate su tutto il corpo, vestito, del ricevente, principalmente con palmi e pollici ma, a seconda degli stili, anche con gomiti, ginocchia e altri strumenti".

I benefici sono profondi. "L’operatore shiatsu esperto – prosegue Marzocchi – sviluppa col tempo e la pratica la capacità di rendere queste pressioni attente, delicate e, allo stesso tempo, profonde e stimolanti. L’obiettivo è permettere un contatto profondo col ricevente, per risvegliare le sue risorse vitali e favorirne la piena espressione. Si va quindi in un’altra direzione rispetto ad un approccio terapeutico, finalizzato alla cura di una malattia o alla scomparsa di un sintomo".

L’approccio è quindi più globale. "La riduzione del dolore e del disagio, come la scomparsa dei sintomi debilitanti, sono infatti sempre accompagnate da altri cambiamenti positivi, in funzioni, parti del corpo, piani spesso non direttamente collegati alla manifestazione di sofferenza dichiarata dal ricevente – sottolinea l’esperto –. Il trattamento shiatsu, se ben eseguito stimola in profondità chi lo riceve, favorendone il cambiamento verso uno stato migliore, qualunque sia la sua condizione di partenza. Questo, indipendentemente dagli schemi e dalle teorie adottate, più o meno collegate alla matrice orientale di questa disciplina".

"Quindi niente punti ’magici’, da premere per far passare il mal di testa, ne strategie miracolose per risolvere, magari in pochi minuti, un problema fisico o di altro tipo – precisa Marzocchi

–. Quello che conta, che funziona sempre, è la qualità della relazione che si instaura tra ricevente ed operatore, l’efficacia delle pressioni, il rispetto dei tempi della persona". Quali sono i requisiti per praticare lo shiatsu? "Tutti – illustra l’esperto– in quanto essere umani, siamo estremamente ricettivi verso un contatto fisico attento ed empatico e – contemporaneamente – in grado di ’offrirlo’ ad altri. Magari proprio sotto forma di pressioni secondo i dettami dello shiatsu, strutturate in un trattamento organico, ragionato e, soprattutto, premuroso e rispettoso dello stato di chi lo riceve".

"Lo shiatsu – conclude Marzocchi – valorizza le risorse vitali di entrambe le persone coinvolte nella pratica, permettendone la miglior espressione secondo le proprie potenzialità. In sintesi, dopo una formazione adeguata,è un dono prezioso che possiamo offrire a noi stessi e al prossimo".