'Profeti', esce al cinema il bel film con Jasmine Trinca

Diretto da Alessio Cremonini ('Sulla mia pelle') racconta di donne ed estremismo religioso: esce nelle sale italiane il 26 gennaio

Dettaglio del poster di 'Profeti' - Foto: Lucky Red

Dettaglio del poster di 'Profeti' - Foto: Lucky Red

Giovedì 26 gennaio esce nelle sale cinematografiche italiane 'Profeti', il nuovo film di Alessio Cremonini, che con 'Sulla mia pelle' (2018) ha dimostrato di sapere maneggiare in modo splendido un materiale narrativo scottante. In quel caso la morte di Stefano Cucchi, in questo la storia di una giornalista rapita da estremisti islamici e costretta a vivere a stretto contatto con una donna convinta che la sua sottomissione sia giusta. Si parla dunque di guerra, di estremismo religioso e di condizione femminile: la critica ha sentenziato che l'operazione è solida e affascinante, ma che può risultare ostica.

'Profeti', tutto sul film

La trama si svolge nel 2015, in Siria, nel periodo di massima espansione dello Stato Islamico (ISIS). Una giornalista italiana di nome Sara si trova sul posto per documentare ciò che sta accadendo in quella terra martoriata dalla guerra. Viene rapita dai miliziani del Califfato, tenuta prigioniera e affidata alle cure di Nur, una giovane foreign fighter, volontariamente andata in moglie a un soldato dell'ISIS. Su ordine del leader del gruppo, Nur cerca di convertire Sara all'estremismo islamita. Cosa ne sarà della giornalista? 'Profeti' è scritto e diretto da Alessio Cremonini, che ottenuto ottimi riscontri grazie a 'Sulla mia pelle' e che ora prova a ripetere il successo. Si è fatto affiancare, in fase di sceneggiatura, da Monica Zapelli ('I cento passi', 'L'arminuta') e ha radunato un cast in cui spiccano le due donne protagoniste: Jasmine Trinca (la Ilaria Cucchi di 'Sulla mia pelle') e Isabella Nefar (vista in 'Small City').

Un film su "un confronto quasi impossibile"

Alessio Cremonini parla di 'Profeti' come di "un film sulla guerra, sull'estremismo religioso, su due donne occidentali che hanno fatto scelte diametralmente opposte. Sara è una giornalista italiana che è andata in Medio Oriente per raccontare la guerra dello Stato Islamico, Nur una foreign fighter radicalizzata a Londra che ha sposato un miliziano e vive nel Califfato". Fra le due si instaura "un confronto quasi impossibile mentre attorno scoppiano le bombe e i nemici dell'Isis vengono bruciati vivi per vendetta. Un confronto fatto di silenzi, di sottili ricatti, di dialoghi dominati dalla consapevolezza di Sara di non poter parlare liberamente e dal progressivo tentativo di Nur di convertirla. Episodi di questo tipo sono accaduti sia a donne italiane che a francesi. E alcune, una minoranza, durante il proprio rapimento si sono realmente convertite all'Islam diventando il bersaglio di numerosi politici europei che le consideravano traditrici dell'occidente. Sindrome di Stoccolma? Una reazione alla paura? Nessuno può dare un giudizio netto, definitivo su quelle conversioni. Nemmeno la psicanalisi o la teologia. Quello che il cinema può fare è rappresentarle, mettere in scena la drammatica prigionia di Sara e di Nur. Perché, a pensarci bene, sono state sequestrate entrambe. Sia la carceriera che la prigioniera. Una dalle armi, l'altra dal proselitismo estremista".

Le recensioni, cosa ne pensa la critica

Le parole di Alessio Cremonini sono importanti per capire il nocciolo di 'Profeti' e le reazioni della critica. Il suo è un film che non intende prendere posizione ("Nessuno può dare un giudizio netto") e che vuole invece mettere in scena l'enorme complessità di una situazione estrema. Lo stile asciutto e controllato è perfetto per lo scopo, e l'interpretazione delle due protagoniste è impeccabile: da qui le recensioni più positive. Chi invece ha sollevato dubbi l'ha fatto dicendo che il non prendere posizione rischia di scadere nella mancanza di una chiave di lettura: il confine è sottile e probabilmente la sensibilità di ogni spettatore farà la differenza tra la soddisfazione e la delusione. Resta però il fatto che Cremonini si conferma un regista molto interessante.

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