Lunedì 14 Luglio 2025
MANUELA SANTACATTERINA
Cinema e Serie Tv

‘Lo squalo’ compie 50 anni: come ha rivoluzionato Hollywood, un morso alla volta

Il film di Steven Spielberg è stato il primo blockbuster estivo a sovvertire le regole del gioco, merito anche di una quasi disfatta produttiva

Steven Spielberg sul set de 'Lo squalo'

Steven Spielberg sul set de 'Lo squalo'

Due note, un “mi” e un “fa”. Sono bastate solo due note a John Williams per racchiudere la paura in un suono dissonante emesso da una tuba. E pensare che all'inizio un ventisettenne Steven Spielberg credeva fosse uno scherzo. Ma il giovane regista si è presto dovuto ricredere quando ha notato come le sequenze che aveva girato per il suo secondo film, 'Lo squalo', assumevano una tensione maggiore grazie all'intuizione del compositore. Sono passati 50 anni da quando la pellicola uscì nelle sale americane – era il 20 giugno del '75 -, eppure la sua potenza è rimasta intatta. Un miracolo cinematografico alla luce delle innumerevoli difficoltà che ne hanno segnato la produzione. Adattamento del romanzo omonimo di Peter Banchley, i cui diritti furono acquisiti ancor prima della pubblicazione dai produttori Richard Zanuck e David Brown per 150.000 dollari (più 25.000 per una prima bozza della sceneggiatura riscritta da Carl Gottlieb durante la lavorazione), 'Lo squalo' ha segnato un prima e un dopo a Hollywood. Girato sulla costa e al largo di Martha's Vineyard che fa da sfondo alla fittizia isola di Amity, il film arrivò a costare nove milioni di dollari, sforando di cinque il suo budget. Una cifra dovuta alla volontà di Spielberg di girare in mare aperto, ai problemi tecnici incontrati nel corso delle riprese, alle scene aggiuntive e alla costruzione di tre squali meccanici che spesso non funzionavano.

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Dai 55 giorni di riprese stimati si arrivò a 159 convincendo Spielberg di aver scritto da solo la parola fine alla sua stessa carriera. Eppure la storia del predatore marino che semina terrore tra i bagnanti e il tentativo del capo della polizia (Roy Scheider), di un biologo marino (Richard Dreyfuss) e di un cacciatore di squali (Robert Shaw) di ucciderlo segnerà, invece, l'inizio della New Hollywood e di una carriera senza pari. Un moderno Moby Dick che, secondo alcuni critici, contiene al suo interno una fotografia degli Stati Uniti dell'epoca alle prese con le ferite lasciate aperte dallo scandalo Watergate e dalla débâcle in Vietnam. Una società smarrita e piegata al profitto ben racchiusa nella figura del sindaco che, ignorando la minaccia dello squalo, si rifiuta di chiudere le spiagge per non perdere denaro. Considerato il primo blockbuster estivo della storia del cinema – forte dei 476 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, 'Lo squalo' è stato anche un'apripista per un nuovo modello di distribuzione. Ad onor del vero ci aveva già pensato la Columbia nel maggio dello stesso anno ad uscire con mille copie in tutto il Paese con 'Dieci secondi per fuggire', ma fu 'Lo squalo' nel giugno del '75 a rivoluzionare la filiera distributiva e di marketing. Ben 464 sale proiettarono il film in Nord America senza replicare il modello di uscita a singhiozzo – prima nelle grandi città, poi nei centri più piccoli -, sfruttando per la prima volta la pubblicità nel medium avversario, la televisione, e il merchandising. Cose per noi oggi del tutto normali, ma inedite per l'epoca. L'impatto del film sulla società fu tale da generare da un lato una nevrosi collettiva contro gli squali - “Mi rammarico profondamente della decimazione della popolazione di squali a causa del libro e del film”, ha dichiarato Spielberg nel 2022 a BBC Radio 4 – e dall'altro una sensibilità alla salvaguardia marina. Ma la sua eredità è in primo luogo cinematografica. Paradossalmente furono le difficoltà produttive incontrate da Steven Spielberg sul set a rendere il film un'assoluta meraviglia.

Facendo sue le lezioni del maestro del brivido Alfred Hitchcock e del produttore di horror a basso costo Roger Corman, il regista scelse un approccio “a togliere”. Il malfunzionamento degli squali meccanici lo portò a scegliere di non mostrare la creatura marina per i primi 80 minuti di film, lasciando che fossero le sue soggettive a creare tensione, paura, terrore. Un'intuizione vincente replicata da molti dopo di lui. Ci ha pensato il New York Times ha stilare una lista di film che arriva fino ai giorni nostri che nel suo impianto narrativo segue nove punti presenti ne 'Lo squalo': la creatura, la location remota, la prima vittima, l'eroe riluttante, l'autorità locale, gli esperti, il sacrificio, il confronto, la morte della creatura. Tutti elementi, punto più punto meno, che da 'Alien' di Ridley Scott si rintracciano fino a 'Nope' di Jordan Peel passando per 'Predators', 'Jurassic Park', 'La cosa', 'Contagion', 'Twister' e 'A Quiet Place'. Un film seminale che ha cambiato il cinema e il nostro modo di guardare a quello che si nasconde sotto la superficie placida del mare.

“Ero terrorizzato, come se non avessi mai assistito alla realizzazione di questo film. Ero completamente travolto dalla storia”, ricorda Richard Dreyfuss al Guardian ripensando alla prima volta in cui vide 'Lo squalo'. “Fu un vero e proprio capolavoro cinematografico, e con il mio amico Steven, seduto lì, sapevo di stare assistendo all'incoronazione del principe senza corona di Hollywood”.