Domenica 22 Giugno 2025
GIOVANNI BOGANI
Cinema e Serie Tv

Leonessa Kim Novak . Venezia incorona la diva più sexy e ribelle

La Mostra del cinema celebra l’attrice novantaduenne con il premio alla carriera. Il successo con il film di Alfred Hitchcock “La donna che visse due volte“.

Kim Novak, oggi 92 anni, in una scena del film La donna che visse due volte (1958)

Kim Novak, oggi 92 anni, in una scena del film La donna che visse due volte (1958)

All’inizio de La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock, James Stewart entra in un ristorante. Smoking, signore ingioiellate, velluto rosso alle pareti. Ma noi spettatori, tutto quello che vediamo è lei. Lei di spalle, la schiena nuda, i capelli biondo platino raccolti in uno chignon. È irresistibile, è il centro di gravità permanente dell’inquadratura. E quando le vediamo il volto, gli occhi, si impone allo sguardo con la prepotenza di un destino. Lei è Kim Novak. Bellezza, languore, malinconia, sensualità allo stato puro. Nei film del suo periodo d’oro, negli anni Cinquanta, è stata forse l’unica carismatica e bella quanto Marilyn. Forse di più. Perché Kim Novak sembra “vedere“ gli uomini che ama, sembra accoglierne – dolente – tutto il loro desiderio. E nei film che interpreta, non è solo sexy: lo è in un modo sentimentale. A Kim Novak è stato attribuito il Leone d’oro alla carriera della Mostra del cinema di Venezia. Le sarà consegnato durante la prossima edizione della Mostra (27 agosto - 7 settembre).

Nell’annunciarlo, il direttore Alberto Barbera ha detto: "Diva senza averne l’intenzione, Kim Novak è stata una delle protagoniste più amate di un’intera stagione del cinema hollywoodiano. All’esuberante bellezza, alla capacità di dar vita a personaggi ingenui e discreti, ma anche sensuali e tormentati, al suo sguardo seducente e talvolta dolente deve l’apprezzamento di alcuni dei maggiori registi americani del momento, da Billy Wilder a Otto Preminger, da Robert Aldrich a Richard Quine, con il quale diede vita ad alcune indimenticabili commedie romantiche. Il Leone d’oro alla carriera intende celebrare una star libera, una ribelle nel cuore del sistema".

Una ribelle nel cuore del sistema. E pensare che Oriana Fallaci, nel suo bel libro I sette peccati di Hollywood, che uscì nel 1958, lo stesso anno de La donna che visse due volte, l’aveva trattata proprio male. Fallaci l’aveva definita "un prodotto", una star fabbricata a tavolino. La definisce "una bambola senza espressione", "cicciottella, impacciata, poco capace di recitare". Frugando nella sua gavetta, trova che era stata "lift di ascensore, segretaria di un dentista, Miss Lavastoviglie e Miss Cubetti di ghiaccio". Insomma, ne fa un ritratto assai poco lusinghiero, come fosse creta da modellare nelle mani di Larry Cohn, tycoon della Columbia, che scelse una ragazzotta e disse: "Ne faccio una star".

Non andò proprio così. Già all’inizio, la ragazza dovette combattere. Per il suo nome, per esempio. Il suo vero nome era Marilyn, e andava cambiato: di Marilyn ce n’era già un’altra, piuttosto visibile, in quell’inizio di anni Cinquanta. Ma lottò per non farsi assegnare dalla produzione il nome di Kit Marlowe, lottò per tenere il suo vero cognome, Novak. E sostituire il Kit con il più dolce, armonioso Kim. E fu Kim Novak in film che la resero iconica: L’uomo dal braccio d’oro in cui accoglie un Frank Sinatra tossicodipendente, Picnic in cui balla e fa perdere la testa a William Holden. E nel 1958 la consacrazione: lei ha venticinque anni, e sarà per sempre La donna che visse due volte. Nello stesso anno è brillante, sensuale con humour, in Una strega in Paradiso, e nel 1964 gira con Billy Wilder una commedia in cui è una entraineuse di locale, ma con una meravigliosa fierezza, in Baciami, stupido!

Il coraggio di Kim è anche quello di abbandonare il cinema: si ritira nel 1980, tranne rari ritorni sul set; sceglie di vivere in un ranch nell’Oregon, va a cavallo, dipinge. La vita la mette alla prova: fra incendi e cadute da cavallo. La ritroveremo a Venezia, novantaduenne. "Sono molto, molto colpita nel ricevere un premio, per l’insieme del mio lavoro, da un festival cinematografico tanto importante. Essere premiata in questo momento della mia vita è un sogno che si avvera", dice. A Venezia sarà presentato in prima mondiale il documentario Kim Novak’s Vertigo di Alexandre Philippe.