Un mattatore chiamato Bardem. "Vi spiego il miracolo di recitare"

Tutto esaurito (tanti giovanissimi) all’incontro con il divo spagnolo, che si racconta fra carriera e vita privata. "Portai mia sorella a un provino e presero me. Noi attori non cambiamo il mondo, ma emozionare è bellissimo"

Javier Bardem  è sposato con Penelope Cruz

Javier Bardem è sposato con Penelope Cruz

Maglietta e muscoli, barba da montanaro e sorriso aperto, voglia di scherzare e di ridere. Soprattutto di se stesso. Javier Bardem è protagonista a Cannes di una masterclass affollata fino all’inverosimile. Tanti ventenni, studenti di cinema, aspiranti attori e attrici. Venuti a sentire un attore che, a cinquantatré anni, è già leggenda. Javier Bardem. Il killer laconico di 'Non è un paese per vecchi' dei fratelli Coen, Oscar come miglior attore non protagonista. Il malato terminale de 'Il mare dentro', Coppa Volpi a Venezia. Il cattivo perfido e sfolgorante di Skyfall . E il protagonista di un felice matrimonio con Penelope Cruz, che gli ha dato due figli: Leonardo e Luna.

Javier, il suo primo film è stato Le età di Lulù con Francesca Neri. Che cosa ricorda?

"Non pensavo affatto di fare cinema: avevo accompagnato mia sorella a un provino, mi hanno detto: vuoi farlo anche tu? Io: no… Loro: ’togliti la maglietta’, e poi: ‘ok, vai bene’. Ero un pezzo di carne, nulla di più". Ride. E aggiunge: "Ma sono ancora un bel pezzo di carne, no?"

Che cosa pensa delle spinte culturali verso l’inclusione?

"Sono a favore, ma bisogna stare attenti a non esagerare anche nella direzione opposta. Hanno criticato Cannes perché non ci sono abbastanza donne registe, non ci sono abbastanza registi di colore… Ma a me interessa che il film sia bello, sia esso di una donna, di un uomo, di un africano o una giapponese".

Che cosa consiglierebbe a chi, oggi, ha vent’anni?

"Che non siano prigionieri del loro telefono. Un po’ rimpiango i miei vent’anni, quando eravamo liberi di ridere, di amare, di ubriacarci, senza che ci fosse un telefonino a riprendere tutto, e a diffonderlo in rete!".

Qual è stato il momento più difficile della sua vita?

"Quando è morta mia madre, nel luglio scorso: ero distrutto. Ero sul set di una commedia musicale: quando dicevano ‘Azione’ ero allegro, dopo lo stop ricadevo nella depressione. Penso sempre ai gioielli d’amore che mi ha donato".

Con Penelope Cruz ha girato sei film. Come distinguete il set dalla vita reale?

"A volte è stato terribile: in Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen mi trovavo diviso fra Scarlett Johansson, Rebecca Hall e Penelope. E tutti nella troupe mi odiavano, perché baciavo tutte. Anche Penelope mi odiava. Una sera ho dormito sul divano!"

Che consiglierebbe a un giovane che vuole fare l’attore?

"Di scegliere un altro mestiere. Scherzo… Mia moglie Penelope aspettava il primo figlio e mi disse: ‘Io non credo in Dio, ma in Al Pacino’. E un giorno Al Pacino venne a salutarci a teatro, toccò il ventre di Penelope e disse: ‘Questo può diventare un attore’. E a me venne da piangere. Gli attori non cambiano il mondo, fanno solo film. Ma se riesci a comunicare qualcosa che per qualcuno ha un significato, hai già fatto un piccolo miracolo".

Cosa desidera per il futuro?

"È così surreale che tutti, qui, celebriamo la vita e il cinema mentre piovono bombe sui rifugi e sulle case. La guerra è una cosa incomprensibile. Ciò che voglio è la pace: nella mia comunità familiare e per tutti".