Giovedì 18 Aprile 2024

‘Inseparabili’, Rachel Weisz si sdoppia per raccontare il vero volto della gravidanza

La serie, remake del film del 1988 diretto da David Cronenberg, è un thriller in cui il parto diventa uno spettacolo horror ma veritiero

Rachel Weisz nella serie Dead Ringers

Rachel Weisz nella serie Dead Ringers

Chi cercava un prodotto audiovisivo capace di raffigurare scene di parti in ospedale con sincerità, precisione anatomica e sprezzo della sensibilità dello spettatore può contare sui 6 episodi di ‘Dead Ringers – Inseraparabili’ (Amazon Prime Video), adattamento televisivo, in chiave femminile, del film del 1988 diretto da David Cronenberg. Nessun trucco di montaggio, neonati puliti e avvolti in morbidi teli bianchi, neogenitori che versano lacrime di gioia e personale ospedaliero accomodante: nella serie, prodotta e interpretata da Rachel Weisz, si vedono un neonato tirato fuori dal canale del parto con un paio di pinze, un bisturi che lacera l'addome di una donna per un cesareo d'urgenza e un paio di mani che estraggono e sollevano un corpicino ancora ricoperto di sangue e placenta.  

La trama e il cast

Beverly ed Elliot, entrambe impersonate dall'attrice di origine britannica, sono due gemelle ginecologhe che sognano di aprire una loro clinica ostetrica ipermoderna. Beverly, guidata da una sua filosofia professionale, vorrebbe "cambiare il modo in cui le donna partoriscono, per sempre", ed Elliot, ossessionata dal sesso e dalla ricerca biomedica, vorrebbe sviluppare feti in uteri artificiali. Tra le due sorelle attrazione e tensione si alternano continuamente, il loro rapporto si basa si una perpetua negoziazione fatta di amore e senso di repulsione finché non entra nelle loro vite Genevieve (Britne Oldford), una paziente che diventa amante di entrambe. La sceneggiatrice è Alice Birch, la stessa di ‘Normal People’ e ‘Succession’, che è anche co-produttrice, e completano il cast Poppy Liu, Michael Chernus, Jennifer Ehle ed Emily Meade.

Da Cronenberg a Weisz

Trentacinque anni prima ci aveva già pensato Cronenberg, il padre del genere body horror (‘Crimes of the Future’, 2022), a portare sullo schermo il romanzo scritto da Bari Wood e Jack Geasland sui gemelli Mantle, all'epoca entrambi con il volto di Jeremy Irons. Una storia, quella raccontata, a sua volta ispirata a un fatto di cronaca realmente avvenuto, risalente al 1975, quando in un appartamento di New York vennero ritrovati i corpi senza vita dei gemelli Marcus: ritenuti rispettabili dalla comunità, furono rinvenuti morti in uno stato di semi-abbandono, circondati da sporcizia e spazzatura. Rachel Weisz, per la sua versione della vicenda, ri-attualizza il racconto di Cronenberg e lo rende ancora più radicale: gravidanza e parto non sono un'impalpabile fantasia collettiva, ma eventi che alterano il corpo di una donna, dove la carne si gonfia, i liquidi si accumulano nei tessuti e gli ormoni rilassano i legamenti articolari.

Un'attrice per due protagoniste

La serie ‘Inseparabili’ è, in ultimo, un thriller in cui Weisz, oggi 53enne, si cala perfettamente grazie anche alla ricerca dell'estremo, della rottura dei confini che ha abbracciato da un po' di tempo a questa parte nella sua carriera – o che forse ha cercato fin dal 1996, quando è stata la protagonista di ‘Io ballo da sola’ di Bernardo Bertolucci. Le sue donne incuriosiscono ed emanano allo stesso tempo una vulnerabilità feroce, riscontrabile già in ‘Disobbedienza’ (2017) di Sebastián Lelio o ‘La Favorita’ (2018) di Yorgos Lanthimos. Della maternità l'attrice ha esperienza in prima persona, essendo madre di due figli: Henry, 17, avuto con l'ex Darren Aronofsky, e la bambina avuta nel 2018 con il marito Daniel Craig, all'età di 48 anni. "Della prima volta in cui sono rimasta incinta – ha detto Weisz al New York Times – ricordo che molte persone venivano a raccontarmi storie terribili che erano successe".

I misteri della gravidanza

Le gemelle Mantle messe in scena da Weisz sono, se possibile, più complesse dei gemelli interpretati da Jeremy Irons 35 anni fa. Beverly è più introversa ma allo stesso tempo decisa, diretta, mentre Elliot, in apparenza la più spregiudicata, è pronta a frenare i suoi stessi desideri pur di andare incontro alla sorella. "In questo caso i medici – ha detto ancora Weisz al New York Times – hanno gli stessi corpi delle loro pazienti: non sono 'altro' per loro". Alla fine, secondo l'intento dei creatori della serie, tra il senso di macabro e angoscia si crea lo spazio per l'ironia e la riflessione: chi decide cosa è naturale in una gravidanza? Chi, invece, cosa è disturbante nell'atto del partorire? Tutte domande cui lo spettatore può provare a cercare risposta.

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