'Heat 2', la sfida di Michael Mann per fare un nuovo film

Sarà l'adattamento dell'omonimo romanzo e sarà insieme un prequel e un sequel rispetto a 'Heat - La sfida'

Una scena di 'Heat - La sfida' - Foto: Warner Bros./New Regency/Forward Pass

Una scena di 'Heat - La sfida' - Foto: Warner Bros./New Regency/Forward Pass

Sono quasi trent'anni che 'Heat - La sfida' (1995) rappresenta un punto fermo nella storia del cinema poliziesco e il regista e sceneggiatore Michael Mann ha deciso di capitalizzare questo status trasformando 'Heat 2' in un film per il grande schermo. Diciamo "trasformando" perché questo titolo già esiste in forma di romanzo, che sarà pubblicato in lingua inglese a inizio agosto 2022. Ora scopriamo che quelle pagine rappresentano la base di un futuro lungometraggio. Partiamo dal libro, che segue una struttura da prequel e sequel rispetto al film del 1995. Racconta cioè eventi precedenti e successivi, concentrandosi soprattutto sui personaggi del detective Vincent Hanna (interpretato al cinema da Al Pacino) e del criminale Chris Shiherlis (Val Kilmer), lasciando sullo sfondo il protagonista di 'Heat' Neil McCauley (Robert De Niro). In attesa della pubblicazione del romanzo e di sapere come sarà accolto da pubblico e critica, Michael Mann ha già deciso che 'Heat 2' rappresenta una base fertile in vista di un nuovo film. Intervistato dal magazine britannico Empire, Mann ha detto che il film del 1995 ha "un ruolo all'interno del panorama culturale. Magari mi sto illudendo, quando penso che il mondo intero lo conosca, ma è un dato di fatto l'importanza che ha avuto, negli ultimi vent'anni, all'interno dell'intrattenimento domestico. La gente lo sta ancora guardando, ancora ne parla. È una sorta di brand, una specie di universo narrativo. E questo di certo giustifica l'idea di un film molto ambizioso". Il discorso sul "brand" è fondamentale, perché dal 1995 a oggi il panorama delle produzioni hollywoodiane è parecchio cambiato e non è scontato che oggi Michael Mann potrebbe realizzare un film costoso e lungo ('Heat' dura 2 ore e 50 minuti) in mancanza di una mitologia già esistente. Senza un franchise, oggi, certi progetti non decollano. A meno di essere un autore che è di per sé un franchise, come accade a Quentin Tarantino e a Christopher Nolan, fra i pochi a potersi permettere produzioni ad alto budget che rappresentano un evento isolato e non replicabile. Michael Mann non è da meno, in termini tecnici e formali, ma forse non ha la medesima presa sul pubblico e dunque fa bene ad appoggiarsi allo status di cult del suo 'Heat'. In ogni caso, prima di poter vedere 'Heat 2' su grande schermo passerà del tempo: ci tocca portare pazienza.

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