Giovedì 18 Aprile 2024

Easy Rider, il reboot è in lavorazione

Il film cult del 1969, pietra miliare della controcultura statunitense, verrà rifatto per raccontare i cambiamenti affrontati dai giovani di oggi

Dennis Hopper e Peter Fonda in 'Easy Rider' (Foto: Pando Company Inc./Raybert Productions)

Dennis Hopper e Peter Fonda in 'Easy Rider' (Foto: Pando Company Inc./Raybert Productions)

Dei molti reboot in lavorazione, uno sta attirando moltissime attenzioni: è quello di 'Easy Rider' (1969), vale a dire uno dei film più importanti nella storia del cinema statunitense. Pietra miliare della controcultura a stelle e strisce, è da molti indicato come iniziatore della New Hollywood, cioè quell'insieme di pellicole e cineasti che hanno rivoluzionato la produzione hollywoodiana nel corso degli anni Settanta. Insomma, si tratta di un oggetto molto difficile da maneggiare come si deve.

Easy Rider, il film

Uscito al cinema nel 1969, 'Easy Rider' è diretto da Dennis Hopper e scritto da Hopper insieme a Peter Fronda e Terry Southern. Hopper e Fonda sono anche gli interpreti principali, e nel cast compare un giovanissimo Jack Nicholson. La trama racconta di due motociclisti che si ritrovano con un bel gruzzolo in tasca dopo avere trasportato della cocaina dal Messico a Los Angeles. Decidono di attraversare il paese per partecipare al carnevale di New Orleans: sulla strada incontrano una serie di personaggi più o meno bizzarri, ma anche pericoli e violenza. Prodotto con quattro soldi (meno di 400mila dollari), 'Easy Rider' fu recensito benissimo dalla critica e conobbe grande successo commerciale (60 milioni incassati al botteghino). Soprattutto, e questo fu fondamentale per le sorti della New Hollywood, segnalò che era possibile portare su grande schermo temi e stili che non erano presenti nella produzione mainstream del tempo, venendo incontro ai desideri di un pubblico che voleva storie più radicate nella contemporaneità.

Il reboot guarda ai giovani

Tutto questo spiega come mai 'Easy Rider' occupa un posto così importante all'interno della produzione cinematografica statunitense. Da qui la delicatezza del reboot. Secondo l'esclusiva pubblicata dal magazine Variety, il nuovo film potrebbe essere ciò che 'Credd' è stato per la saga di 'Rocky': cioè un passaggio di testimone, una sorta di continuazione spirituale. Niente remake, dunque. Il produttore Maurice Fadida, che è coinvolto nell'operazione, ha dichiarato: "Vogliamo costruire qualcosa di nuovo a partire dalla narrazione della controcultura e della libertà fatta propria dal film originale. E in questo modo dare ai giovani di oggi un lungometraggio che prenda in seria considerazione la controcultura e le sfide che affrontano. Ciò che i giovani spettatori di oggi sperimentano nella loro quotidianità può sembrare folle alle generazioni più anziane, ma può benissimo diventare la norma sociale, esattamente com'è avvenuto in occasione del cambiamento culturale di fine anni Sessanta. E noi speriamo di svolgere un ruolo attivo in questo cambiamento".

 

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