'Dante', il film di Pupi Avati dedicato all'Alighieri

Interpretato fra gli altri da Sergio Castellitto, Enrico Lo Verso e Alessandro Haber, esce al cinema il 29 settembre

Sergio Castellitto in una scena del film

Sergio Castellitto in una scena del film

Non è semplice raccontare la vita di Dante Alighieri e la sua poesia immortale: ci prova Pupi Avati grazie al film di finzione 'Dante', interpretato fra gli altri da Sergio Castellitto, Enrico Lo Verso, Alessandro Haber, Leopoldo Mastelloni e Carlotta Gamba. Il lungometraggio esce nelle sale cinematografiche italiane giovedì 29 settembre. La critica ne ha parlato come di un lavoro interessante e ambizioso, ma riuscito solo in parte.

'Dante', tutto sul film

Siamo nel settembre dell'anno 1350: allo scrittore Giovanni Boccaccio viene affidato il compito di portare dieci fiorini d'oro alla figlia di Dante Alighieri, che si è fatta monaca e vive in un monastero di Ravenna. La somma di denaro intende essere un risarcimento simbolico per l'esilio imposto da Firenze al sommo poeta e alla sua famiglia. Boccaccio, che di Dante è grandissimo ammiratore, inizia così un viaggio che lo condurrà a incontrare persone che diedero asilo all'esule e altre che lo respinsero. La trama del film inanella questi fatti con un'evocazione della poesia di Dante e della sua vita, nel tentativo di raccontare come alcuni eventi vennero trasfigurati dall'arte. Pupi Avati, bolognese classe 1938, è uno dei maggiori registi e sceneggiatori italiani viventi. Nel corso della sua carriera ha fatto grandi cose con il genere horror (vedi 'La casa dalle finestre che ridono'), ha rievocato il Medioevo ('Magnificat') così come la storia del Novecento ('Il cuore altrove'), ed è stato molto premiato: ad esempio grazie a 'Storia di ragazzi e ragazze' e al già citato 'Il cuore altrove'. In occasione del suo 'Dante', Pupi Avati ha voluto rendere omaggio all'Alighieri e a una poesia che è "sublimazione del dolore: la perdita della madre nella sua infanzia, la morte di Beatrice nella sua giovinezza, la condanna all'esilio dal migliore dei suoi amici, nell'età adulta, l'ingiusta dannazione, estesa ai suoi figli, nella maturità. È la conferma di quanto il dolore promuova l'essere umano a una più alta conoscenza".

Le recensioni, cosa ne pensa la critica

In media le recensioni della critica italiana segnalano luci e ombre. Tra le prime c'è sicuramente il fatto che Pupi Avati ha saputo evitare un prodotto semplicemente compilatorio, come fosse la versione per immagini di una biografia. Ci sono anche momenti ispirati ed efficaci. Però il personaggio dell'Alighieri viene in gran parte privato dei suoi lati negativi, e questo non fa bene alla drammaturgia. Inoltre, molte recensioni segnalano che il film necessita di una certa conoscenza della vita e delle opere di Dante: non è detto che i ricordi scolastici siano sufficienti.  

Il trailer

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro