
Benjamin Voisin in una scena di Carême. Dal 30 aprile su Apple TV+
Chef. Spia. Amante. È Antonin Carême, protagonista della serie Apple TV+ diretta da Martin Bourboulon - disponibile dal 30 aprile con i primi due episodi degli otto totali seguiti da un episodio settimanale – con protagonista il vincitore del premio César, Benjamin Voisin. Una dramedy in lingua francese ispirata al libro 'Cooking for Kings: The Life of Antonin Carême, The First Celebrity Chef' di Ian Kelly che ha anche creato la serie insieme a Davide Serino ('The Bad Guy', 'M – Il figlio del secolo'). «La cosa più folle che ho amato è stata raccontare la storia di un giovane uomo che diventerà una grande celebrità, ma che è ancora una specie di adolescente con i suoi difetti caratteriali. Come l'arroganza che può essere mal percepita, nonostante sia un genio», spiega Voisin. «Nel corso della stagione entra gradualmente nell'età adulta, un periodo in cui capisci meglio te stesso e accetti responsabilità che ti renderanno più forte. Ho pensato fosse fantastico poter fare tutto questo e, allo stesso tempo, essere anche una sorta di Mick Jagger».
'Carême' segue le sorti del giovane chef che, nell'Europa napoleonica, passa dalle umili origini all'apice della celebrità culinaria. Il suo talento, però, non sarà relegato solo in cucina. Grazie ad abilità ed avvenenza verrà usato come spia da politici potenti. Molte anche le donne che non resistono al suo fascino. Ma tra loro ce n'è una - Henriette (Lyna Khoudri) - con la quale lo chef ha un legame profondo. Una delle tante che popolano la serie e muovo i fili del racconto. «Abbiamo vissuto in un mondo guidato dagli uomini e, in un certo senso, è ancora così. In passato si era meno concentrati nel raccontare le storie delle donne. Ma siamo nel 2025 e ci stiamo rendendo conto gradualmente che sono attive quanto gli uomini», sottolinea Khoudri. «Forse all'epoca non erano al potere perché non era usanza. Ma esistevano. Erano lì, proprio come gli uomini. Sono felice che ora possiamo permetterci – e lo ritengo anche un dovere - di raccontare le loro storie».
Tra una zuppa di cipolle, un voulevant e pasticcini simili ad opere architettoniche, in 'Carême' c'è anche tanto sesso. «Avevamo una coordinatrice dell'intimità durante le riprese. È molto professionale in quello che fa perché è tutto molto coreografato. Discutevamo i temi prima di girarli. Li analizzavamo a fondo, fino a dire se sarebbe stata la mano destra o la sinistra a dover essere mossa, quale movimento avrebbe fatto, con quale ritmo, come sarebbe stata filmata e dove sarebbe stata posizionata la telecamera», ricorda l'attrice. «È davvero un processo molto dettagliato. E lo ritengo importante, perché rende le cose più rilassate. C'è meno stress. Sappiamo cosa stiamo facendo e dove stiamo andando». «È come il balletto. È stato molto emozionante per me condividere questi momenti con Lyna», gli fa eco Voisin.
Nella serie Apple TV+ viene detto che il cibo fa un Paese. Cosa credono gli interpreti che racconti della Francia, specie oggi che è contaminato da così tante realtà diverse? «Credo sia un ottimo mix. Ma, come in molti Paesi, sta diventando difficile capire da dove provengano le cose. I cibi della tradizione francese però - il vino, le baguette, i croissant e quei piccolissimi, meravigliosi dessert - li mangiano tutti», riflette l'attore. «Ci sono cose che sono state inventate qui. Ed è fantastico poterne parlare, avvicinare le persone a quella storia e magari farle pensare: “Beh, se potessi permettermelo, passerei un weekend in Francia per godermi la cucina”».
«Attraverso il cibo, puoi raccontare la storia delle persone. E attraverso un personaggio come Antoine Carême, si può parlare della storia francese. Lo trovo interessante e intelligente», confida Khoudri. «Sebbene la gastronomia francese sia una delle cose che meglio rappresenti il nostro Paese nel mondo, ancora non avevamo avuto l'opportunità di realizzare una serie che la raccontasse. È qualcosa di cui siamo orgogliosi, che amiamo condividere. Personalmente la stavo aspettando». Ma come insegna Marcel Proust con la “petite madeleine” di 'Dalla parte di Swann', un sapore può evocare anche una miriade di ricordi. «Mi vengono in mente gli infiniti antipasti di mia nonna con il melone, i granchi ragno - in Francia facciamo cose strane, ma ci siamo fermati alle lumache. Non mangiamo ragni (ride, ndr) - e il prosciutto lomo», racconta l'attore. «Il tutto accompagnato a volte con un vino ottimo e altre da uno assolutamente pessimo. Ma quello che mi piace davvero sono i momenti che offre. Trascorrere ore a tavola, senza preoccupazioni. Lo adoro».
«Sono nata in Algeria e nella mia infanzia ho scoperto sapori diversi da quelli offerti da Carême», spiega, invece, l'attrice. «Penso ai macarons di semolino di mia nonna e alla torta di datteri. Sono i sapori della mia infanzia. Così come il cous cous di mia madre che ho visto per tutta la vita strofinare la semola tra le mani». «Carême che cucina il cous cous sarebbe un episodio fantastico per la seconda stagione», chiosa in una risata Benjamin Voisin.