Avvocata Woo, la serie tv coreana rivelazione: 5 motivi per vederla

Il k-drama di Netflix con protagonista una giovane legale affetta da autismo è riuscito a conquistare il pubblico globale

Dietro le quinte di 'Avvocata Woo', dal profilo Twitter di Netflix Corea

Dietro le quinte di 'Avvocata Woo', dal profilo Twitter di Netflix Corea

Tra le serie TV rivelazione dell’estate 2022 c’è certamente ‘Avvocata Woo’, distribuita su Netflix a partire dal 29 giugno in Corea e arrivata in Italia il 13 luglio. Si tratta di un k-drama che mette al centro dei sedici episodi le vicende di Woo Young-woo, giovanissima legale che soffre di disturbi dello spettro autistico. La delicatezza con cui viene raccontata la storia di questa donna intelligentissima (164 di QI), alle prese con le piccole grandi sfide quotidiane sul lavoro e nella vita, ha reso subito la produzione una delle più apprezzate tra quelle provenienti dal mondo coreano. L’indice di gradimento tra gli utenti che l’hanno vista è infatti del 98%. Ecco 5 motivi per cui non dovreste perderla.

1. L’approccio al tema dell’autismo

Il motivo principale per cui ‘Avvocata Woo’ è una serie da vedere riguarda il tema centrale dell’intera vicenda. Si tratta infatti della prima produzione televisiva che rivoluziona davvero il modo di guardare e raccontare la disabilità. Era capitato in passato che altri serial portassero sullo schermo personaggi affetti da autismo, anche in ruoli importanti (ad esempio ‘The Good Doctor’). Il legal drama coreano mostra però, a differenza degli altri, un personaggio assolutamente “reale”: una giovane donna che non nasconde le sue debolezze ma che, con estremo coraggio e con il giusto supporto da parte della famiglia, è anche riuscita a raggiungere tutti i suoi obiettivi. La serie pone Woo Young-woo, com’è giusto che sia, sullo stesso piano dei suoi colleghi, dimostrando che l’integrazione non è solo possibile ma soprattutto auspicabile.

2. L’atmosfera fiabesca degli episodi

Guardare ‘Avvocata Woo’ è anche una vera e propria carezza sul cuore. Una delle grandi particolarità della protagonista è la sua passione incondizionata per le balene. La Woo conosce ogni segreto sui cetacei, ha memorizzato in maniera enciclopedica tutte le informazioni che è riuscita a trovare riguardo ai suoi animali preferiti e le tira fuori anche in momenti inopportuni con estrema ingenuità e dolcezza. A volte si lascia anche accompagnare da immagini cartoon di balene che costruisce nella sua mente e che rendono la serie una sorta di live-action e una favola dedicata agli adulti. La tenerezza di questi frame crea un’atmosfera fiabesca, rilassante e piacevole.

3. Lo spaccato di realtà coreana, ma non solo

Nonostante si tratti di una serie sui generis, la produzione Netflix riesce anche a offrire uno spaccato di realtà su quanto accade in Corea e, più in generale, nel mondo. Uno dei contesti raccontati con più onesta è quello lavorativo: sullo schermo appare un grande ufficio in cui la sinergia è fondamentale ma in cui non mancano piccole gelosie, scontri, segreti e sotterfugi. Elementi che caratterizzano la routine di ogni grande impresa. Ogni caso affrontato dal team diventa poi lo spunto per affrontare in ciascun episodio tematiche sociali e culturali che coinvolgono tante persone nel mondo e che vengono sviscerate dalle esperienze e dalle storie personali dei singoli personaggi. C’è inoltre da ricordare che tutti i casi legali portati sullo schermo sono ispirati a fatti giudiziari realmente accaduti; un’ulteriore dimostrazione di quanto la serie riesca ad attingere dalla vita vera.

4. L’ispirazione reale che ha dato vita a Woo Young-woo

Parlando di realtà è giusto sottolineare che il personaggio di Woo Young-woo è ispirato in maniera parziale a un personaggio storico e quindi effettivamente esistito. Un particolare che rende la storia descritta nella serie ancora più incredibile. La giovane legale con un QI sopra la media e laureata con il massimo dei voti in una delle più prestigiose Università della Corea, si rifà liberamente a Mary Temple Grandin a cui venne diagnosticato il disturbo dello spettro autistico all’età di due anni. I medici sostenevano che Mary avrebbe avuto problemi a comunicare e a relazionarsi con le altre persone, eppure la donna riuscì a conseguire un dottorato di ricerca in zoologia e a diventare professoressa della Colorado State University. La Grandin ha utilizzato la sua fama mondiale per una campagna di sensibilizzazione e accettazione verso le persone affette da autismo.

5. L’interpretazione magistrale della protagonista

Last but not the least, a rendere davvero speciale la serie ‘Avvocata Woo’ è l’attrice che presta il volto alla protagonista, Park Eun-bin. L’interprete, classe 1992, riesce ad essere in questa serie molto diversa rispetto ai suoi lavori precedenti. La gestualità, il tono di voce e gli sguardi apparentemente assenti ma, in verità, molto concentrati, la calano perfettamente nel personaggio. Prima di accettare il ruolo Park Eun-bin ha più volte rifiutato la parte per paura di non essere all’altezza dell’interpretazione, a causa della complessità del tema. Tra i suoi timori, che l’hanno fatta titubare per più di un anno prima di accettare, c’era quello di non riuscire a portare il giusto rispetto alla comunità autistica e di offendere qualcuno. Il regista Yoo In-shilk però è da sempre stato convinto del fatto che nessun’altra avrebbe potuto vestire così bene i panni di Woo Young-woo ed è riuscito a convincere l’artista.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro