Mercoledì 24 Aprile 2024

Arnold Schwarzenegger nella docuserie Netflix: “Dimentichiamo le scuse, era sbagliato"

Il 7 giugno debutta 'Arnold', il documentario in tre puntate sulla sua vita. L’attore parlerà delle sue responsabilità nelle accuse di molestie sessuali rese pubbliche nel 2003, alla vigilia della sua rielezione a governatore della California

Arnold Schwarzenegger

Arnold Schwarzenegger

“Dimentichiamo le scuse: ora posso dire che era tutto sbagliato”. È l’ammissione di colpa fatta pubblicamente dall’ex governatore Arnold Schwarzenegger che, vent’anni dopo le accuse di palpeggiamento da parte di sei donne, torna sull’argomento nel nel documentario Netflix sulla sua vita. Il docufilm ‘Arnold’ – rilasciato sulla piattaforma di Netflix domani, mercoledì 7 giugno – ripercorrerà la vita del 74enne, cresciuto nelle campagne dell'Austria e diventato un’icona tutta muscoli negli States. Da culturista al mondo patinato di Hollywood, fino alla carriera politica che lo ha portato a diventare governatore della California. Ma nel suo curriculum c’è una macchia e verrà affrontata senza veli nel documentario. ‘Arnold’ uscirà a poche settimane dalla messa in onda di ‘Fubar’, la prima serie che vede Schwarzenegger in veste di attore.

Le accuse di palpeggiamento

Nel 2003, poco prima della rielezione di Schwarzenegger a governatore della California, il Los Angeles Times aveva pubblicato un rapporto che descriveva le accuse di palpeggiamento avanzate da parte di sei donne nell’arco di tre decenni. Sul principio, l’attore si difese dicendo che era tutto “inventato”, anche se ammetteva di essersi a volte comportato male. “La mia reazione – commenta l’attore nel docufilm – all'inizio è stata di mettermi sulla difensiva. Oggi posso ripensarci e dire che non importa il periodo in cui siamo. Che si tratti di 40 anni fa, all'epoca di Muscle Beach, o di adesso: era sbagliato. Era una cavolata. Dimentichiamo tutte le scuse, era sbagliato". È un racconto senza peli sulla lingua quello affrontato dall’attore nella serie ‘Arnold’, in onda domani su Netflix.

“Riconosco di aver offeso le persone”

Ai tempi Schwarzenegger aveva respinto ogni responsabilità su quanto accaduto sui set dei suoi film, ma in seguito ha rivisto la sua posizione e ha ammesso di essersi "comportato male". Non solo. "È vero che ero su set cinematografici chiassosi e ho fatto cose che non andavano bene, ma allora pensavo fossero scherzose", ha detto l’attore nell’intervista del docufilm. “Ora riconosco di aver offeso le persone. Voglio dire loro che sono profondamente dispiaciuto per questo e mi scuso perché mettermi sulla difensiva non è quello che sto cercando di fare”. 

Arnold: la serie

‘Arnold’ è una docu-serie in tre puntate prodotta da Allen Hughes e diretta da Lesley Chilcott, scandita da interviste con amici, compagni di avventura e conoscenti dell'attore. Ma i momenti più attesi saranno i racconti fatti dallo stesso Schwarzenegger, che racconterà la storia della sua vita. "Se sei sempre affamato, non sarai mai soddisfatto", dice l’attore nel trailer della docu-serie che vuole celebrare i suoi trionfi e scandagliare le zone d’ombra di una carriera di indiscusso successo. Un uomo che si è reinventato più volte: dal body-building alla politica, dal cinema agli affari. La docu-serie esplorerà le "tre vite" di Schwarzenegger: Arnold l’atleta, l'attore e il cittadino naturalizzato americano arrivato nella stanza dei bottini della politica.

Una vita di successi

Il documentario parte dall'Austria, quando il giovane Schwarzenegger era un campione di body-building deciso a cambiare vita. Nel 1961 conobbe l'ex Mister Austria Kurt Marnul, che lo invitò ad allenarsi nella palestra Athletic Union di Graz e tre anni dopo vinse i campionati cittadini e nazionali di curling nella divisione giovanile. Nel 1971 il fratello Meinhard rimase ucciso in un incidente automobilistico, un anno più tardi il padre Gustav morì a causa di un infarto. Fu in quel periodo che Arnold decise di lasciare il suo Paese per trasferirsi negli Stati Uniti. Dopo 13 titoli mondiali vinti, decise di inseguire la carriera da attore che lo portò nello star system di Hollywood. Tra i suoi film di successo, ci sono ‘Conan il Barbaro’, ‘Terminator’, ‘Predator’, ‘I Gemelli’ e ‘True Lies’. Una volta diventato americano, decise di entrare in politica, diventando governatore della California. Nonostante i suoi 74 anni suonati, ora è tornato sul set con la sua prima serie tv ‘Fubar’ e nel docufilm ‘Arnold’.

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