Giovedì 25 Aprile 2024

Perché il cibo spazzatura manda in tilt l'appetito

Mangiare troppi cibi ricchi di grassi e zuccheri crea problemi all'ippocampo, interferendo con i normali processi che regolano la memoria e la fame

Il cibo spazzatura ha riflessi negativi sull'attività dell'ippocampo

Il cibo spazzatura ha riflessi negativi sull'attività dell'ippocampo

Uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Royal Society Open suggerisce che il cibo spazzatura di cui abbonda la "dieta occidentale" compromette rapidamente la capacità del cervello di controllare l'appetito. Secondo i ricercatori, l'eccesso di grassi e zuccheri va infatti a influenzare l'attività dell'ippocampo, regione cerebrale che, oltre a regolare i meccanismi della memoria, condiziona anche il nostro senso di sazietà.

Un piatto spazzatura al giorno

L'indagine guidata dai ricercatori della Macquarie University di Sidney, in Australia, ha coinvolto 110 giovani senza problemi di salute e di peso, a quali è stato chiesto di seguire per sette giorni una dieta che includeva con regolarità dei cibi classificabili come "junk food". Le valutazioni condotte durante e al termine dell'esperimento hanno evidenziato un peggioramento nei punteggi relativi ai test mnemonici, associato a un maggiore desiderio di consumare cibo spazzatura nonostante la pancia piena.

Memoria e appetito in tilt

I risultati sembrano evidenziare che l'overdose di alimenti poco sani mandi in confusione l'ippocampo, la regione del cervello conosciuta soprattutto per avere un ruolo chiave nella formazione della memoria, ma che ci aiuta anche a controllare la fame. Gli scienziati spiegano infatti che la regolazione dell'appetito è in qualche modo legata ai processi mnemonici, in quanto il ricordo del cibo ingerito potrebbe ridurre la voglia di mangiarne di nuovo. Il follow up eseguito a tre settimane di distanza ha comunque dimostrato che ci troviamo di fronte a dei cambiamenti transitori e reversibili: una volta ripristinata la dieta originale memoria e appetito si riallineano alla situazione di partenza.

Un tema da approfondire

La scoperta non costituisce una novità scientifica assoluta, ma conferma alcune precedenti osservazioni fatte su modelli animali. Il numero di prove, scrivono gli autori, inizia quindi a essere sufficientemente ampio per affermare che "una dieta di tipo occidentale causa menomazioni neurocognitive a seguito di un'esposizione a breve termine". Tuttavia, aggiungo in una nota, "rimane ancora molto da imparare sul modo in cui questi processi si intrecciano", ragione per cui le conclusioni sono da ritenere ancora provvisorie.
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