di Giovanni Bogani "Eccomi, sono appena uscita dall’ascensore!". L’ascensore è quello di Montecitorio, dove si è appena conclusa la quarta giornata di votazioni per il presidente della Repubblica. Lucia Borgonzoni, 45 anni, senatrice, sottosegretario al ministero della Cultura nel governo Draghi – ma lo era già stata nel primo governo Conte – annuncia, in anteprima a Quotidiano nazionale, che il cinema arriva nelle scuole di ogni ordine e grado. E non come attività speciale, separata, "extra", ma come effettiva materia di studio. Quasi una risposta alla richiesta – fatta pubblicamente, sul palco dei David di Donatello – da Pierfrancesco Favino: "Insegnate il cinema e il teatro nelle scuole italiane. Vorrei chiedere ai ministri che ai nostri ragazzi si insegnasse a tenere in mano una cinepresa, che si insegnassero le tecniche teatrali, perché dal cinema e dal teatro si impara tanta vita. E per favore, non il pomeriggio ma durante le lezioni". Senatrice Borgonzoni, il suo obiettivo sembra proprio questo. "Esatto: lo studio del linguaggio del cinema deve diventare una materia come tutte le altre. Curriculare, e non extracurriculare. Non più singole iniziative, affidate all’entusiasmo di singole scuole, ma un insegnamento organico, programmatico, in tutte le scuole di tutti i tipi e gradi. Sia i licei romani sia le scuole dei piccoli paesi nell’Appennino tosco-emiliano". Si parla di un investimento di 54 milioni di euro. "Sì: non bastano cifre minori, proprio perché vogliamo arrivare a tutte le scuole. Servono, questi soldi, per la formazione dei docenti che già lavorano nella scuola – e sono diecimila i docenti coinvolti – e per organizzare più di cinquantamila ore di didattica frontale, compresi laboratori, proiezioni, esperienze di formazione sul campo". I ragazzi, cioè, vedranno film ma anche impareranno a girare, a esprimersi con il linguaggio delle immagini. "Esattamente. Perché è importante sapere che cosa è stato ...
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