Oltre 71 tappe in 52 città e 70mila presenze. Un contenitore a metà tra la riflessione e l’umorismo. Protagonista Francesco Cicchella, Dna straordinariamente partenopeo con l’amore per la Toscana. I numeri del suo on man show – ‘Tante Belle Cose’ – non fanno altro che confermare il successo di un ragazzo dal sorriso ‘acqua e sapone’, ma che in fatto di umorismo dimostra di saperla lunga. Tra comicità, musica e una narrazione dal sapore autentico, nel nuovo spettacolo Cicchella si trova in un salotto televisivo, ormai sessantenne, e sconvolge il pubblico dichiarando il suo ritiro dalle scene, esibendosi dunque per l’ultima volta. In questo momento di commiato, l’artista napoletano fa un bilancio della sua lunga e brillante carriera. Tra i ricordi che affiorano, uno in particolare si distingue: una serata a teatro, un punto di svolta che ha segnato indelebilmente la sua vita.
Cicchella, quando è nato l’amore per il teatro?
"In famiglia si respirava molto la cultura per l’arte. Ho quattro fratelli tutti molto più grandi di me, e tra loro e i miei genitori sono stato molto stimolato in quanto a gusti musicali, a passione per il teatro e il cinema. Poi, fin da piccolissimo ho scoperto questa capacità di suonare il pianoforte da autodidatta che poi ho coltivato fino a 8 anni quando ho iniziato a studiare musica. Inoltre, avevo questo istinto innato verso le imitazioni. Complice anche quello che guardavo in tv, un programma su tutti il Bagaglino, e in un certo qual modo provavo a essere un po’ come loro".
Parliamo dello spettacolo. Perché tante belle cose?
"Tante belle cose intanto è un qualcosa di beneaugurante che spesso si dice anche quando ci si saluta. E sono anche quelle che ho messo nello spettacolo. Al di là della parte narrativa, il cuore dello spettacolo è uno show, un varietà dove dentro ci sono tante belle cose. Poi tante belle cose sono quelle a cui alla fine dà valore il Francesco sessantenne che pensa di ritirarsi. Ovviamente questa cosa di immaginare il mio ritiro da qui a 25 anni è una provocazione, perché ho immaginato quello che potrebbe accadere da qui a due decenni e oltre. Ho immaginato che tutte le cose che già ad oggi non mi rendono entusiasta della nostra società, del mondo che ci circonda, vadano via via peggiorando, facendomi maturare questa decisione. Poi le tante belle cose sono quelle a cui dare realmente importanza, quindi il titolo assume anche un messaggio positivo che vuol trasmettere il coraggio di essere sempre se stessi e di perseguire i propri sogni anche se nel nostro cammino possono capitare delle difficoltà".
Ha mai pensato: “Se non andasse bene questo lavoro, ho un piano B?”
"Un piano B? Giusto per ridere, io c’ho sempre mia mamma che ogni tanto mi propone concorsi nelle forze dell’ordine e concorsi statali... quindi potrei anche iniziare a prendere in considerazione l’idea di mia madre… Seriamente, in realtà fin da piccolo ho sognato e lottato per poter vivere di questo mestiere. Che sia su palcoscenici importanti o all’angolo di una strada non fa molta differenza, per me l’importante è poter vivere facendo l’artista. Sul palco parlo di questa prospettiva e del fatto che un domani potrei non avere successo e trovarmi costretto ad avere un piano B. Una cosa che dico molto spesso scherzando, ma neanche troppo, è che il piano B potrebbe essere di aprire un bel locale sulla spiaggia e mettermi lì a cantare la sera, un po’ per lavoro e un po’ per hobby".
Ha conosciuto e lavorato con Proietti. Che ricordo ha?
"Mi ritengo privilegiato per averlo potuto conoscere. La scoperta più interessante è stata l’uomo. Come tutti i più grandi, era una persona straordinaria, penso alla sua umiltà e al mettersi continuamente in discussione nonostante i successi e tutti gli anni di carriera".
Il rapporto con la Toscana?
"Speciale perché ho una sorella che abita a Firenze da tanti anni. È una città che amo. Me n’ero già innamorato quando ci portarono in gita alle medie".
Il complimento più bello?
"Uno in particolare che ricordo con affetto risale alla mia primissima apparizione in tv. Avevo 17 anni ed ero ospite di Fabrizio Frizzi, persona straordinaria: una signora del pubblico abbastanza anziana che mi disse: ’Ragazzo, tu hai la magia nelle corde vocali!’".