Martedì 16 Aprile 2024

"Chiara Ferragni come la Venere di Botticelli". Gli Uffizi sui social ma è polemica

L’influencer nella galleria per un servizio fotografico. Il direttore Schmidt la paragona alla ’modella’ del 1485 e finisce nel mirino

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Chiara Ferragni ha venti milioni e mezzo di follower. La Venere di Botticelli chissà, sono più di cinque secoli che il mondo intero l’ammira e nessuno ha ancora compreso appieno il senso di quella nudità, metafora dai tanti significati.

Forse Simonetta Vespucci, che l’artista fiorentino intorno al 1485 ha ritratto nelle forme della dea della bellezza che nasce dalla spuma del mare, non avrà mai rivali. Ma che il web impazzisca chiedendosi se sia mai possibile un confronto fra sacro e profano, tra un’influencer e un’opera d’arte, è certamente un segno dei nostri tempi. Dominati dalla rete, dove tutti finiamo per impigliarci.

È successo così che l’altra notte alla Galleria degli Uffizi, a museo chiuso, la signora che guadagna 52mila euro a post abbia girato un servizio fotografico per Vogue, concedendosi poi un giro nelle sale accompagnata dal direttore Eike Schmidt. Anche con poche nozioni di storia dell’arte, ci vuole poco dentro agli Uffizi a cadere in una specie di sindrome di Stendhal. L’influencer più pagata d’Italia ha fatto sapere di essere rimasta estasiata soprattutto dai dipinti di Botticelli, ma anche dai marmi antichi: il Doriphoros di Policleto e la copia del Laocoonte scolpito da Baccio Bandinelli. E anche dalle migliaia di conchiglie dell’Oceano Indiano che rivestono la cupola della Tribuna. Va beh, e fin qui tutto facile.

Foto di rito e via sui social.

Ma l’astuto direttore Schmidt ha fatto di più: sul profilo Instagram degli Uffizi, ha buttato il sasso nello stagno azzardando questo paragone: "I canoni estetici cambiano nel corso dei secoli. L’ideale femminile della donna con i capelli biondi e la pelle diafana è un tipico ideale in voga nel Rinascimento. Magistralmente espresso alla fine del ‘400 da Sandro Botticelli nella Nascita di Venere attraverso il volto probabilmente identificato, con quello della bellissima Simonetta Vespucci, sua contemporanea. Una nobildonna di origine genovese, amata da Giuliano de’ Medici, fratello minore di Lorenzo il Magnifico e idolatrata da Sandro Botticelli, tanto da diventarne sua Musa ispiratrice. Ai giorni nostri l’italiana Chiara Ferragni incarna un mito per milioni di follower – una sorta di divinità contemporanea nell’era dei social. Il mito di Chiara Ferragni, diviso fra feroci detrattori e impavidi sostenitori, è un fenomeno sociologico che raccoglie milioni di seguaci in tutto il mondo, fotografando un’istantanea del nostro tempo".

Apriti cielo spalancati terra. La polemica è esplosa, ghiottissima tra navigatori digitali di tutto il mondo. In tanti hanno trovato pressoché blasfemo accostare un capolavoro di tutti i tempi a una, se pur bellissima, ma sempre influencer, e non certo un’intellettuale.

Ma tant’è. Visto che con la cultura ci si deve mangiare, i social di questi tempi sono come il pane.

Facebook, Instagram, Twitter e soprattutto Tik Tok sono ormai fedeli e abituali compagni di lavoro per la Galleria degli Uffizi, che anche ieri con la storia della Ferragni sono stati il quarto trend topic su Twitter.

E così dal museo più importante d’Italia, con due milioni di visitatori l’anno, sulla querelle riferita alla moglie di Fedez si risponde: "Qualcuno si è scandalizzato del fatto che gli Uffizi abbiano pubblicato una foto della Ferragni. Forse è solo una questione di marketing: Ferragni ha 20,4 milioni di followers, l’account degli Uffizi solo 514mila. Non stiamo troppo a sottilizzare sulla macroscopica differenza. Far crescere i propri numeri sui social può essere utile anche a uno dei mostri sacri della cultura italiana. Pazienza se il risultato arriva grazie alla Ferragni".

Un dubbio resta: chissà come avrebbe dipinto Botticelli la bella influencer.

 

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