Mercoledì 24 Aprile 2024

Chiamami con la tua griffe, epopea Ferragamo

Guadagnino alla Mostra del cinema di Venezia con il documentario “Salvatore”. "Con le sue scarpe ha avuto la forza di realizzare i sogni e ricominciare"

Migration

Il nuovo film di Luca Guadagnino è un documentario. È il racconto della vita di Salvatore Ferragamo, l’uomo che ha creato scarpe per i più grandi divi di Hollywood: da Rodolfo Valentino a Gloria Swanson, da Greta Garbo a Douglas Fairbanks, da Sophia Loren a Audrey Hepburn. Il film, Salvatore: Shoemaker of Dreams (Salvatore, calzolaio dei sogni), è passato ieri a Venezia fuori concorso. Due ore per raccontare una vita nella quale si intrecciano la storia dell’emigrazione italiana e quella del sogno americano, e la storia stessa del cinema.

"Sono partito dai diari che Salvatore Ferragamo ha lasciato: un materiale ricchissimo, incredibile, denso di aneddoti, dettagli, un racconto di una vita nella quale si intrecciano mille temi", dice Guadagnino. "E mi è venuto il desiderio di farci un film". Dall’idea al film finito, sono passati tre anni.

Guadagnino, il racconto che lei traccia in Salvatore: Shoemaker of Dreams attraversa la storia stessa di Hollywood. In qualche modo, è anche un omaggio al cinema?

"Certamente sì. Ed è anche il racconto di un uomo che vive in pieno l’ american dream. Salvatore approda in America con un biglietto di terza classe, e in pochi anni diventa il creatore di scarpe più richiesto da Hollywood. Anche Hollywood cresce insieme a lui, e Salvatore ha l’intuizione di trasferirvisi, quando capisce il potenziale del cinema. Così, avrà l’occasione di contribuire all’immagine, e al successo, di Rodolfo Valentino, di Douglas Fairbanks, di Gloria Swanson, di mille dive del Muto".

Nella vicenda di un uomo che da un piccolo paese dell’Italia raggiunge il successo in un paese di lingua inglese, per poi scegliere di tornare in Italia, trova delle consonanze con la sua vicenda personale?

"Mi viene da arrossire: la vicenda di Ferragamo è quella di un fuoriclasse. È vero che lui è partito da un piccolo paese del Sud italiano, un paesino minuscolo dell’Irpinia, Bonito, per arrivare a Hollywood, e poi tornare in Italia, ma a Firenze. Ed è vero che anch’io sono originario di un piccolo paese del Sud italiano. Ma le analogie si fermano qui. Però in una cosa mi sono sentito vicino a lui: si è sempre sentito un outsider, e questo suo lato lo sento molto affine".

C’è un aspetto contemporaneo, nella storia di quest’uomo?

"Credo che non possa essere più contemporanea di adesso. Ferragamo è un uomo che è ripartito molte volte da zero, che è fallito – a causa della crisi del ’29 – e ha trovato la forza per ricominciare. La storia di un uomo che non si è fermato di fronte a nessuna difficoltà. Ha fallito e trionfato. Siamo di fronte a enormi difficoltà, ma proprio per questo non dobbiamo mollare".

Come sarà il futuro per il cinema, e per lei in quanto filmaker?

"Mi interrogo come fare scene d’amore e passione con le regole anti-Covid: ma penso che ci riusciremo. La quarantena è stata un momento difficile per tutti, e anche per me, personalmente. Mi ha colpito molto il fatto che durante il lockdown le persone abbiano avuto molto bisogno di storie, molto bisogno di cinema. C’è chi crede che il futuro sarà tutto di film in streaming, e chi crede nel bisogno delle persone di ritrovarsi, anche in un cinema, per vivere insieme le emozioni. Io faccio parte di queste persone".

Che tipo di ricerca ha fatto sui materiali?

"Interviste alla famiglia, a storici della moda, a personaggi che conoscono la storia del cinema e degli italoamericani come Martin Scorsese, e una ricerca di tutti i suoi bozzetti e brevetti: il tacco a gabbia di fili di metallo, le scarpe invisibili fatte di fili di seta. Poi abbiamo trovato un’intervista allo stesso Ferragamo realizzata in Australia, e per il resto abbiamo affidato le sue riflessioni alla voce di Michael Stuhlbarg".

Il film uscirà prossimamente, distribuito da Lucky Red. Mentre Guadagnino è già pronto per partire per il festival di San Sebastian (dal 18 al 26 settembre), dove sarà presidente di giuria e presenterà il suo primo lavoro per la tv, il telefilm We are who we are, dal 9 ottobre su Sky. Aspettando il sequel di Chiamami col tuo nome.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro