Pausini non-stop, tre concerti in 24 ore. "Che splendida pazzia"

da New York a Madrid a Milano: Laura ieri ha festeggiato così trent’anni di carriera. Già pronta per il nuovo tour

Laura Pausini (48 anni) a New York con l’iconica giacca ridisegnata da Armani

Laura Pausini (48 anni) a New York con l’iconica giacca ridisegnata da Armani

New York, 28 febbraio 2023 - "Sono o non sono la cantate più loca, la più pazza?" chiedeva ieri Laura Pausini ai fan radunati nel ventre caliente della Music Station, l’hub-creativo del gruppo Warner realizzato nell’ex stazione ferroviaria di Madrid Nord, anno domini 1861. Penultima tappa della celebrazione di un trentennale “in quota” speso volando da New York alla capitale iberica e poi a Milano nell’arco di sole 24 ore, per ricordare ai fan di due continenti che è ancora lei la cantante italiana capace di "buscar amor sin prejudicio".

Quel 27 febbraio di trent’anni fa, sul palco dell’Ariston, Laura era ancora la diciottenne con una giacca impossibile e la testa piena di sogni. Oggi quella giacca (conservata gelosamente da tre decenni presso il fanclub di Solarolo, prossimo a diventare museo, e rispolverata a Sanremo 2016 per la gioia di Carlo Conti) l’ha ricreata Armani apposta per la ventiquattro ore con cui la Pausini ha festeggiato questo anniversario tra le nuvole. L’opportunità per riprendere contatto con le sue legioni di fedelissimi, nell’attesa dei tre concerti estivi in Piazza San Marco a Venezia (30 giugno, 1 e 2 luglio) e Plaza de Espana a Siviglia (21-22 luglio) e poi del tour invernale nelle arene a sostegno del nuovo album in uscita forse a ottobre. Era dal 2019, dal tour negli stadi con Biagio Antonacci, che l’eroina di Resta in ascolto non tornava sulle scene.

Questo, quindi, è solo l’inizio. Se all’Apollo di New York il tuffo in una carriera da 4 Latin Grammy e un Grammy Award era stato negli anni ’90 de La solitudine e Tra te e il mare, a Madrid Laura si è presentata con Volveré junto a ti (E ritorno da te), Primavera anticipada senza tralasciare un assaggio del nuovo singolo Un buon inizio ("Tu lo sai dove va la vita senza coraggio rimane vera senza metà come una statua di ghiaccio"), in uscita la prossima settimana, scritto da Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari. Sul palco del Carcano di Milano, infine, gli anni Duemiladieci di Benvenuto e Scatola (ma anche La solitudine).

"Ho cercato di finire tutto a mezzanotte, come Cenerentola" dice Laura. "Questo 27 febbraio speciale è il regalo che mi sono fatta per un anniversario speciale. E anche per darmi un po’ di coraggio. In questi ultimi anni, per citare Maurizio Costanzo, non sapevo cosa ci fosse dietro l’angolo, ma ora ho ritrovato la voglia di andarlo a scoprire. Non mi ricordavo come fosse cantare nei teatri. E ho voluto farlo di nuovo. Ho passato due anni a piangere su me stessa, con mille dubbi e poco sostegno da parte del vecchio management della casa discografica… oggi inizia una nuova storia".

Dopo l’esperienza dell’Eurovision ("soffro di tachicardia da quando avevo 12 anni. Normalmente la crisi mi dura 3-4 minuti, a Torino invece 21. Mi hanno fatto una flebo di calmante e sono tornata sul palco, mi sentivo come in Giamaica; finita la diretta mi hanno stesa sui cartoni, con quel bellissimo vestito firmato mi sentivo una specie di Sue Ellen barbona. Il giorno dopo ho scoperto di avere il Covid") il traguardo nei panni di conduttrice potrebbe essere Sanremo. "Se dicessi di sì, tutti si aspetterebbero di vedermi alla direzione artistica, ma non me la sento. Sceglierei, infatti, i miei amici, perché sono fatta così. In gara? No. Per me il Festival non è come i Grammy. È molto di più. Me la faccio sotto. Tant’è che, in trent’anni, è il posto dove ho cantato peggio".

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