Che famiglia, quei 4 Fantastici sessantenni

La prima storia uscì l’8 agosto 1961. Una miscela unica: niente maschere, poteri speciali e passaggi continui fra fantascienza e vita privata

La locandina di ’Fantastic Four and the Silver Surfer’ del 2007

La locandina di ’Fantastic Four and the Silver Surfer’ del 2007

Franklin e Valeria hanno una famiglia un po’ speciale. Papà Reed è uno scienziato, l’uomo più intelligente del pianeta, ed è capace di allungarsi come un elastico. Mamma Sue, non c’è verso di trovarla se non vuole, perché sa rendersi invisibile.

E gli zii sono come cane e gatto: Johnny, giovane e testa calda, è capace di accendersi con una fiammata; Ben, zio acquisito, è diventato un mostro di pietra arancione. Di sicuro, non ci si annoia a essere i figli dei Fantastici Quattro (Fantastic Four). La prima famiglia dei comics taglia il traguardo dei 60 anni di vita: la testata, firmato da Stan Lee e Jack Kirby, esordì nelle edicole statunitensi l’8 agosto 1961 (la data del primo albo era postdatata a novembre, come si usava allora) e, per lungo tempo, ha rappresentato la pietra angolare dell’Universo Marvel.

Trasformati dai raggi cosmici che attraversano la loro navicella lanciata nello spazio, i Fantastic Four furono modellati pensando ai quattro classici elementi greci: terra (la Cosa), fuoco (la Torcia Umana), aria (Donna invisibile) e acqua (Mr.Fantastic).

Con un’importante particolarità: niente maschere sul volto, tutti conoscevano l’identità dei membri, al contrario di Batman e Superman. Quello che si perdeva dal lato ‘misterioso’, fu recuperato dal quello della ‘meraviglia’: mentre le superpotenze Usa e Urss facevano a gara per mandare l’uomo sulla luna, le grandiose tavole di Kirby proiettarono i lettori nel cosmo, a sventare i piani di antiche entità divoratrici di mondi (Galactus) e minacce provenienti dal sottosuolo (l’Uomo Talpa), incontrando sovrani dalla maschera di ferro (Dottor Destino) e surfisti cosmici (Silver Surfer).

La dimensione fantascientifica si alternava a quella privata: le crisi matrimoniali tra Mr.Fantastic e la Donna Invisibile (con Namor, re di Atlantide, come terzo incomodo: più appassionante delle tresche della dinastia inglese…); il rancore, mai del tutto sopito, della Cosa verso il genio Reed (il viaggio nello spazio fu una sua idea) per la mostruosa trasformazione subita; le intemerate giovanili della Torcia, il James Dean di turno.

Schegge impazzite che, alla fine, vengono sostanzialmente ricomposte – come richiede la morale americana – dall’amore familiare e dall’amicizia.

Un mirabile equilibrio tra avventura e introspezione che, un po’ paradossalmente, aspetta ancora una trasposizione cinematografica adeguata: dopo tre tentativi deludenti (più un quarto film negli anni Novanta, mai distribuito nei cinema tanto era imbarazzante), il riscatto è atteso nel 2023. Il regista, già scelto dai Marvel Studios, sarà Jon Watts, fresco della trilogia di Spider-Man. Il momento sembrerebbe propizio, perché nella fiction le famiglie disfunzionali – ovvero quelle dove i conflitti interni sono la norma – si sono moltiplicate.

Una versione ironica dei Fantastic Four sono Gli Incredibili (2004), cartoon della Pixar-Walt Disney premiato con due Oscar, che amplifica e mette alla berlina l’aspetto quotidiano e familiare dei protagonisti. Recentissime, poi, due serie tv Netflix a base di conflitti familiari e bizzarri superpoteri: Umbrella Academy (2019) e Jupiter’s Legacy (2021). E poi, se togliamo l’aspetto ‘super’, I Simpson (1989) e i loro derivati, dai Griffin (1999) ad American Dad! (2005), sono uno specchio del peggio (e, occasionalmente, del meglio) della famiglia occidentale media.

A certificare la vitalità dei Fantastic Four, infine, basta guardare meglio quello che è successo in Texas, il 20 luglio scorso. Tre uomini e una donna lanciati in orbita con il razzo New Shepard, con tute blu del tutto simili a quelle disegnate da Kirby (mancavano solo gli iconici oblò col ‘4’ disegnato). Impossibile che Jeff Bezos non ci abbia pensato, almeno per un attimo…

 

 

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