di Luca Bonacini
Il 5 ottobre 1962 al Pavillon di Londra si proietta la prima di ’Dr.No’ (in italiano ’Licenza
di uccidere’). È il primo film di James Bond. Non è stato facile scegliere chi interpreterà l’agente segreto nato dalla fantasia di Ian Fleming.
Cubby Broccoli produttore del film, pensa a Cary Grant che è stato suo testimone di
nozze. Ian Fleming vorrebbe l’amico David Niven ma non gli dispiace Roger Moore che però sta girando Simon Templar. Prevarrà Thomas Sean Connery, un
trentunenne scozzese di formazione teatrale, che durante le riprese di ‘Estasi
d’amore’ si è fatto notare per aver disarmato il fidanzato geloso di Lana Turner
Johnny Stompanato, che ha fatto irruzione sul set. Rimane solo da convincere Ian
Fleming che nutre qualche perplessità, temendo che lo scozzese non sia adatto a
vestire i panni del suo raffinato alter ego letterario. Deciderà tutto una cena al Savoy
di Londra, con l’altolocata lady Janet Haven, buona amica di Fleming, la quale al
termine affermerà: "Connery ha tutto ciò che serve per essere James Bond". L’agente segreto conquista il grande
schermo circondandosi di vini pregiati e champagne d’annata scelti con
autorevolezza da Sean Connery. Nel film ‘Licenza d’uccidere’ del ’62 il perfido Dr. No gli porge un Dom Perignon del ’55 ma lui replicherà di preferire il ’53. In ‘Dalla Russia con amore’ del ’63 intento ad amoreggiare su una barchetta, Bond sorseggia
Taittinger Blanc de Blanc lasciato raffreddare nell’acqua del fiume; stesso champagne anche sull’Orient Express con una sogliola ai ferri, mentre il
villain rivela la sua identità ordinando un Chianti. In ‘Goldfinger’ del ’64 è Bond ad
offrire Dom Perignon del ’53 alla bella Jill Masterson. In ‘Thunderball’ del ’65,
compare ancora un Dom Perignon del ’55 identico a quello declinato in ‘Licenza di
uccidere’, insieme a caviale Beluga. In ‘Si vive solo due volte’ del ‘67, viceversa è il
Dom Perignon del ’59 a entusiasmare l’agente segreto, forse perché è Helga Brandt
a porgerglielo, mentre in ‘Una cascata di diamanti’ del ’71 sarà il Mouton Rotschild
del ’55 con ostriche all’andalusa a guadagnarsi la scena.
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