Venerdì 19 Aprile 2024

CHAMPAGNE, TUTTI I BRINDISI DI JAMES BOND

Migration

di Luca Bonacini

Il 5 ottobre 1962 al Pavillon di Londra si proietta la prima di ’Dr.No’ (in italiano ’Licenza

di uccidere’). È il primo film di James Bond. Non è stato facile scegliere chi interpreterà l’agente segreto nato dalla fantasia di Ian Fleming.

Cubby Broccoli produttore del film, pensa a Cary Grant che è stato suo testimone di

nozze. Ian Fleming vorrebbe l’amico David Niven ma non gli dispiace Roger Moore che però sta girando Simon Templar. Prevarrà Thomas Sean Connery, un

trentunenne scozzese di formazione teatrale, che durante le riprese di ‘Estasi

d’amore’ si è fatto notare per aver disarmato il fidanzato geloso di Lana Turner

Johnny Stompanato, che ha fatto irruzione sul set. Rimane solo da convincere Ian

Fleming che nutre qualche perplessità, temendo che lo scozzese non sia adatto a

vestire i panni del suo raffinato alter ego letterario. Deciderà tutto una cena al Savoy

di Londra, con l’altolocata lady Janet Haven, buona amica di Fleming, la quale al

termine affermerà: "Connery ha tutto ciò che serve per essere James Bond". L’agente segreto conquista il grande

schermo circondandosi di vini pregiati e champagne d’annata scelti con

autorevolezza da Sean Connery. Nel film ‘Licenza d’uccidere’ del ’62 il perfido Dr. No gli porge un Dom Perignon del ’55 ma lui replicherà di preferire il ’53. In ‘Dalla Russia con amore’ del ’63 intento ad amoreggiare su una barchetta, Bond sorseggia

Taittinger Blanc de Blanc lasciato raffreddare nell’acqua del fiume; stesso champagne anche sull’Orient Express con una sogliola ai ferri, mentre il

villain rivela la sua identità ordinando un Chianti. In ‘Goldfinger’ del ’64 è Bond ad

offrire Dom Perignon del ’53 alla bella Jill Masterson. In ‘Thunderball’ del ’65,

compare ancora un Dom Perignon del ’55 identico a quello declinato in ‘Licenza di

uccidere’, insieme a caviale Beluga. In ‘Si vive solo due volte’ del ‘67, viceversa è il

Dom Perignon del ’59 a entusiasmare l’agente segreto, forse perché è Helga Brandt

a porgerglielo, mentre in ‘Una cascata di diamanti’ del ’71 sarà il Mouton Rotschild

del ’55 con ostriche all’andalusa a guadagnarsi la scena.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro