
"Resteremo sempre a Monza dove siamo nati, non c’è nessun motivo per cambiare". Giulio Colombo, amministratore delegato di Manifattura Mario Colombo & C S.p.A., sorride e conferma la scelta del bisnonno Mario che con la moglie Irma Tiraboschi fondò l’azienda il 31 ottobre 1923, proprio a Monza, dapprima con un laboratorio di cappelli, poi di ghette da uomo, ancora di tute e abbigliamento da lavoro negli anni Trenta.
Allora nasceva la Colmar, dall’acronimo di Mario Colombo, e il centenario del brand ieri s’è festeggiato a Milano con un incontro con la grande famiglia Colombo e una mostra di capi d’archivio da Antonia, luxury shop che venderà in esclusiva la collezione realizzata per l’anniversario dall’artista californiano Joshua Vides, 33 anni, che ha creato dieci capi attingendo dall’heritage del brand e aggiungendo il suo amore per l’ironia dei cartoons. Capsule d’arte in vendita anche sul sito di Antonia e anche (e soltanto) sull’e-commerce Colmar.com.da subito.
Nell’albero genealogico di Colma dopo Mario e Irma, i fondatori, ci sono stati i figli Angelo e Giancarlo. Dopo di loro ci sono oggi Mario Colombo presidente con la sorella Laura che è nel consiglio di amministrazione (figli di Giancarlo) e Giulio e Carlo Co-Amministratori delegati (figli di Angelo). E ora siamo alla quarta generazione con Stefano Colombo sales marketing manager (figlio di Mario), Roberta Colombo che si occupa del prodotto (figlia di Giulio) e Riccardo Vago che pensa al retail (figlio di Laura Colombo).
"Abbiamo grandi responsabilità verso i ragazzi della quarta generazione di Colmar - continua Giulio Colombo - e siamo felici che ognuno abbia scelto liberamente la sua strada in azienda, ognuno con la propria vocazione". Il lavoro in Colmar, che è arrivato al traguardo dei 100 anni con un fatturato 2023 di 115 milioni di euro a fronte dei 105 del 2022 (+10%), è ancora altamente artigianale perché studio dei tessuti, prototipi e scelte di acquisto sono tutti in azienda a Monza dove lavorano 250 persone, che salgono a 350 coi collaboratori e il personale dei negozi (che sono 17 in Italia ed Europa).
La storia del brand si lega fin dagli anni Trenta con quella dello sport, in particolare col mondo dello sci: da Leo Gasperi primatista nel chilometro lanciato del 1932 e per il quale Colmar studiò il Thirring, mantello di tela che si gonfiava ad ali di pipistrello, a Zeno Colò che cambierà la storia dell’azienda dagli anni Cinquanta con la Guaina Colò coi fianchi modellati da tessuto elastico rubato alle panciere e ai bustini da donna, fino a Gros, Thoeni, Stricker, Schmalz e Pietrogiovanna, con la mitica ’Ceffa’, la giacca del Gigante anni Settanta e della Valanga Azzurra. Toccherà poi ad Alberto Tomba e a Deborah Compagnoni, due campionissimi sempre in pista e sul podio con Colmar.
Abbigliamento tecnico che nell’azienda di Monza nel 2009 vede sbocciare l’abbigliamento outdoor di Colmar Originals, con lifestyle moderno e cittadino. Insomma una storia bella, una storia di famiglia, un trionfo di orgoglio Made in Italy. E poi la sostenibilità sempre con la piuma d’oca vera, il Teflon Eco-Élite, l’ovatta Termosoft, il Graphene.
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