Venerdì 19 Aprile 2024

C’è anche Alice: "Nel nome delle bambine cattive"

Per la Rohrwacher la candidatura tra i cortometraggi con “Le pupille“: un Canto di Natale in rosa e “rivoluzionario“, girato a Bologna

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di Giovanni Bogani

C’è anche un film italiano in corsa per gli Oscar. È il cortometraggio Le pupille diretto da Alice Rohrwacher (nella foto), regista quarantunenne nata in Toscana, cresciuta nella campagna umbra, regista "artigianale", autodidatta, i cui film hanno già ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Le pupille è prodotto dal regista premio Oscar Alfonso Cuarón, ed è entrato nella cinquina delle pellicole in corsa per l’Oscar del Miglior cortometraggio.

"Dedico questa nomination alle “bambine cattive“, che cattive non sono affatto, e che sono in lotta ovunque nel mondo: in Iran, in Afghanistan, ma anche in Svezia e in Umbria", ha detto la regista nell’apprendere la notizia. "Mi auguro che, come nel mio cortometraggio, possano rompere la torta e condividerla fra loro". Si parla, infatti, nel film, di una torta. E di costrizioni, divieti, imposizioni, rigide regole da sovvertire. Il film prende spunto, dice la regista, da una lettera che nel dicembre 1971 la scrittrice Elsa Morante inviò all’amico giornalista e critico cinematografico Goffredo Fofi.

Nella lettera, la Morante racconta una storia avvenuta in un collegio di preti, negli anni del fascismo. Una decina di ragazzi si preparano al pranzo di Natale, scoprendo che a chiudere il pasto c’è un’enorme zuppa inglese. Ma il priore li invita a "fare un fioretto" a Gesù Bambino, rinunciando alla loro fetta di dolce. Qualcuno si ribellerà: un "bimbo cattivo". La lettera è pubblicata, col titolo di Pranzo di Natale, per le edizioni milanesi Henry Beyle, nel 2014.

Invitata da Cuarón a prendere parte a un progetto di corti per Disney+, Alice Rohrwacher ha scelto questa storia. Ma con un radicale cambiamento: ha trasformato i ragazzi in ragazzine, in "pupille", piccole orfane ospitate dalle suore. L’intransigente priora è interpretata dalla sorella della regista, Alba Rohrwacher. A portare la torta in convento è una eccentrica nobildonna, Valeria Bruni Tedeschi, che chiede – in cambio del dono – di pregare per l’uomo che la ha tradita e abbandonata.

Girato a Bologna, nel Pio istituto delle Sordomute di via della Braina, Le pupille era stato presentato all’ultimo festival di Cannes, dove la Rohrwacher ha sempre incontrato ottima accoglienza, vincendo il Gran premio della giuria nel 2014 per Le meraviglie e il premio per la sceneggiatura nel 2018 per Lazzaro felice. È la prima volta, invece, che la regista riceve una nomination agli Oscar, e lo fa con una fiaba anarchica, un Canto di Natale "in rosa", rivoluzionario e al femminile. La Rorwacher mette in scena, in modo cinematograficamente scarno e poetico, la libertà e l’istinto contro l’etica religiosa, la repressione dei sentimenti. "Un film artigianale", dice con semplicità la regista.

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