Perché si festeggia Carnevale: la storia e le origini del nome

Le origini del nome, ma anche le stranezze della festa in maschera più divertente dell'anno

Carnevale

Carnevale

Party, sfilate dei carri allegorici per le strade, travestimenti per grandi e piccini, scherzi, coriandoli e tradizioni culinarie: il Carnevale è una delle feste più spassose dell’anno. Scopriamo le sue origini, da dove arriva il suo nome e le tante curiosità che accompagnano questa ricorrenza, celebrata in tutto il mondo.

Le origini del Carnevale

Il carnevale così come lo conosciamo oggi affonda le proprie radici nell'antichità, in particolare nelle feste dionisiache greche e nei saturnali, un ciclo di festività religiose che si tenevano nell’antica Roma. In queste ricorrenze si celebrava una rinascita, un rinnovamento rispetto all’ordine costituito, un momento nel quale si poteva evadere dagli schemi, ribaltare gerarchie sociali e culturali ben radicate e tenere atteggiamenti un po’ più dissoluti rispetto al solito.

Perché si chiama Carnevale

Il nome Carnevale si deve molto probabilmente all’epoca medievale e all’espressione latina “carnem levare”, cioè "eliminare la carne": un riferimento alla tradizione cristiana di non mangiare la carne e fare digiuno e astinenza durante la Quaresima. Un’altra teoria fa risalire l’origine del nome Carnevale ad un’altra locuzione latina: “carne vale”. In questo caso il termine vale indica un saluto molto simile all’odierno “stammi bene” e assumeva un simbolico “arrivederci” o “addio” alla carne in riferimento all’arrivo del periodo della Quaresima. Un'ulteriore ipotesi rimanda invece ad un’altra espressione latina “carni levamen”, e cioè “sollievo della carne” e si riferisce alla pausa fugace che l'uomo si può concedere dalle privazioni della vita quotidiana. Un’ultima e forse più fantasiosa teoria fa risalire il termine Carnevale a “carrus navalis”, trasformato poi in “car naval”. In questo caso il riferimento è alla nave-carro che in epoca imperiale veniva trainata durante le processioni delle festività di marzo, un'usanza che si sarebbe tramandata in alcuni luoghi fino al Medioevo.

Le curiosità sul Carnevale

Uno dei modi di dire che usiamo tutti i giorni deriva proprio dal Carnevale. Si tratta dell’espressione "ti conosco, mascherina!" che ha origine dai festeggiamenti carnevaleschi del Medioevo, quando la gente del popolo, nascosta dietro un travestimento, poteva liberarsi per qualche giorno dalle rigide gerarchie sociali del tempo. L'espressione aveva allora un senso strettamente letterale, mentre ai giorni nostri ha assunto un significato metaforico.

Quando si festeggia

Il Carnevale in Italia non si festeggia ovunque nello stesso periodo. Se nella maggior parte del Paese, infatti, si seguono le scadenze del rito Romano, nella diocesi di Milano sono quelle relative al rito Ambrosiano a scandire la festività: si inizia e si finisce più tardi. Questa differenza è dovuta, secondo quanto narra la tradizione, all’appello di Sant'Ambrogio, vescovo della città nel IV secolo e ora Patrono di Milano che, trovandosi lontano per un pellegrinaggio, chiese alla popolazione di attendere il suo ritorno per qualche giorno prima di celebrare l'inizio della Quaresima (che segna appunto la fine del Carnevale). Il titolo di Carnevale più lungo d’Italia spetta a quello di Putignano, in Puglia. Dura diverse settimane e inizia addirittura il 26 dicembre per poi proseguire fino al Martedì Grasso. Il Carnevale più antico d’Italia di cui si ha un'attestazione certa è quello di Venezia, la cui prima citazione nei documenti ufficiali risale al 1296, seguito da quello di Fano, che risale al 1347. Fra i festeggiamenti carnevaleschi più singolari d'Italia ci sono quelli delle zone interne della Sardegna. Protagoniste sono maschere tipiche dalle fattezze grottesche e animalesche, come i Mamuthones a Mamoiada, i Boes e Merdules a Ottana, i Mamutzones e s'Urtzu a Samugheo. Questi personaggi avanzano per le strade cittadine danzando e sfilando in modo solenne, dando vita a una processione che ricorda un rito religioso.  

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