Venerdì 19 Aprile 2024

Carlo Verdone: "Se fossi Furio... un bel giro ai musei"

L’attore è ad Amalfi: "Che stress prendere un aereo, ci si può divertire moltissimo in Italia"

Carlo Verdone

Carlo Verdone

Amalfi (Salerno), 14 agosto 2022 - ​In serata, il mitologico Canale 34 ci ha permesso di rivedere ’Un sacco bello’ di Carlo Verdone. Roma, Ferragosto, 1980. Un Ferragosto così vicino e così lontano. Enzo, coattissimo senza saperlo, panzone di fuori e ciuffone alla John Travolta; Leo, ingenuo e tenero, che deve andare a Ladispoli ma s’imbatte negli occhi misteriosi di Marisol; Ruggero, figlio dei fiori, biondo, che discute con don Alfio, prete con un occhio assurdamente fuori asse. Tutti interpretati da un Carlo Verdone stratosferico.

E oggi, Carlo Verdone, dove sarebbero quei personaggi? "Oggi non ci sono più. Alcuni si sono trasformati, altri sono scomparsi proprio".

Uno come Furio, dove porterebbe la famiglia in vacanza? "Chissà. Forse pretenderebbe di sottoporla a una ‘vacanza intelligente’, costringendo tutti a stare sotto il sole implacabile degli scavi di Pompei. O li trascinerebbe in una Firenze torrida a Ferragosto, per far fare loro il giro di tutti i musei".

Amitrano, l’emigrante che torna dalla Germania per votare in ’Bianco, rosso e Verdone’, che farebbe? "Di sicuro non tornerebbe più per votare. E lo capisco".

Il figlio dei fiori Ruggero esisterebbe ancora? "Lui no, ma i suoi eredi, idealisti come lui, li vedo. Percorrono la via Francigena a piedi, con lo zainetto e la borraccia, per andare a dormire all’ostello o nel convento. Camminano per boschi e sentieri inesplorati. In fondo sono i più puri".

Oscar Pettinari di ’Troppo forte’, quello che raccontava dell’anaconda? "Ah! Lui resterebbe a Roma, in attesa della chiamata per un provino che non arriva mai. Ma anche il sogno del cinema non è più attraente come un tempo".

Vacanze. Meglio all’estero o in Italia? "Dico la verità: con questo caldo assurdo, coatto, questo caldo ‘cafone’, mi viene da dire, sogno luoghi freddi: la Scozia, l’Islanda, il nord dell’Irlanda. Ma le vacanze all’estero sono spesso uno stress infinito: l’aereo che parte con tre ore di ritardo, le valigie perse. La compagnia che ti cancella il volo e ti appoggia su un altro, l’arrivo in un diverso aeroporto, il traghetto da un’isola greca all’altra che non parte: alla fine meglio l’Italia".

Bianco, rosso e Verdone… "Alla fine sì. Tutti cercano il posto esotico, ma vedo sempre gente sudata, che arriva nei posti dopo uno stress infinito. E che magari si è scordato della medicina che gli serve e che lì non trova. Sai quanti mi chiamano per un consiglio, che sono in capo al mondo, hanno 39 di febbre e devono cercare un medico nell’isoletta sperduta?".

Che cosa la colpisce o che cosa le sembra assurdo nelle vacanze di oggi? "L’ossessione di ‘instagrammare’ tutto. Il disastro è stare sempre con la testa curva sullo schermo del telefono. Ti impedisce di vedere orizzonti nuovi: vedi solo le notifiche".

Personaggi, situazioni che le è accaduto di osservare? "Una coppia, in un ristorante di fronte al mare. Ma il mare era come se non ci fosse. Non si sono detti una parola, mai. Lei guardava s empre il cellulare: e solo una volta, somma cortesia, ha fatto vedere a lui il display. Quello è stato l’unico loro dialogo".

Lo smartphone distrugge le vacanze? "È una droga: e come tutte le droghe, non lo elimini. Non guardi cosa hai attorno, ma pensi solo a postare una storia per dire ‘guarda dove sto’, ‘guarda con chi sto’, ‘quanta gente c’è qui’, e via andare".

Ci sono ancora Gessica e Ivano, quelli di ’famolo strano’? "Alla fine siamo diventati un po’ tutti come loro. Tutti ‘strani’, ma tutti uguali".

 

 

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