Venerdì 19 Aprile 2024

Captive State, il film di fantascienza che fa discutere

Esce il 28 marzo, accolto tiepidamente dalla critica statunitense e invece piuttosto bene da quella italiana: come mai? Ecco trailer, info e tutte le risposte del caso

Una scena del film – Foto: DreamWorks/Amblin Partners/Lightfuse&Gettaway/Participant Media

Una scena del film – Foto: DreamWorks/Amblin Partners/Lightfuse&Gettaway/Participant Media

Un'invasione aliena costringe l'umanità alla resistenza guerrigliera: giovedì 28 marzo esce nelle sale cinematografiche italiane il film 'Captive State', thriller fantascientifico che è stato accolto dalla critica italiana meglio di quanto fatto da quella statunitense. Cerchiamo di capire perché è successo, ma prima alcune informazioni necessarie (senza spoiler). CAPTIVE STATE, IL FILM 'Captive State' è diretto da Rupert Wyatt, che fra le altre cose è stato il regista del film 'L'alba del pianeta delle scimmie' (2011). Wyatt ha scritto anche la sceneggiatura, affiancato dalla moglie Erica Beeney, alla sua seconda prova dopo la commedia romantica 'La battaglia di Shaker Heights' (2003). Il budget di 25 milioni di dollari è relativamente piccolo, se consideriamo che stiamo parlando di un film di fantascienza e di una produzione statunitense: un dettaglio che preannuncia uno stile che punta sull'atmosfera, più che sulla spettacolarità. LA TRAMA E IL CAST La storia è ambientata a Chicago, una decina di anni dopo che gli alieni hanno invaso la Terra e ne hanno preso il controllo, dedicandosi allo sfruttamento intensivo delle sue risorse. In questo contesto, ci sono umani che accettano il nuovo governo, chiudendo un occhio sul suo carattere dispotico, e altri che invece organizzano una resistenza clandestina e armata. Nel cast troviamo alcuni volti di tutto rispetto, a partire da John Goodman ('Barton Fink', 'Argo'), per arrivare a Vera Farmiga ('Tra le nuvole', 'Orphan'), Ashton Sanders ('Moonlight') e Jonathan Majors ('Hostiles'). IL TRAILER METAFORA DELL'OGGI A molti commentatori non è sfuggito il fatto che 'Captive State' possa essere letto come una metafora dei peggiori comportamenti di cui siamo capaci noi umani: vedi ad esempio l'idea di un governo che vampirizza le risorse naturali e mantiene il controllo sociale attraverso una propaganda capillare e, all'occorrenza, scatenando una repressione spietata. COM'È 'CAPTIVE STATE', LE RECENSIONI In generale la critica non si è divisa su questo punto. Ciò che differenzia l'accoglienza in patria rispetto a quella italiana è la ricezione dell'impostazione narrativa di base: negli Stati Uniti non hanno gradito che le informazioni sugli alieni e su cosa li muove fossero ridotte al minimo indispensabile, né che i personaggi contassero meno dell'evocazione di un mondo di ordinaria follia. Le stesse caratteristiche sono però mediamente lodate qui da noi, perché piace l'idea di un film di fantascienza di forte impronta realistica e che percorra binari originali rispetto alle nostre abitudini di visione. Questa differenza nel giudizio della critica è un'indicazione molto utile, per chi deve scegliere se pagare un biglietto: è probabile che il gradimento degli spettatori dipenderà dalla propensione ad accettare o meno questo tipo di film. Leggi anche: - Bentornato Presidente, il film con Claudio Bisio - Dora e la città perduta, il film: come Tomb Raider, ma da ridere - Il campione: il film italiano sul calcio, con Stefano Accorsi
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