Caparezza nel tunnel dell’acufene: "Venti concerti, poi mi fermo (per ora)"

Il cantautore pugliese annuncia che dovrà limitare nel tempo il numero delle esibizioni dal vivo "Dopo 7 anni di lotta ho capito che devo tenermi il mio deficit uditivo. E pensare ad altro, magari ai fumetti"

Caparezza (Michele Salvemini), 48 anni

Caparezza (Michele Salvemini), 48 anni

Milano, 24 giugno 2022 - "Faccio queste venti date e mi fermo, perché i concerti dal vivo rappresentano una sollecitazione straordinaria del mio udito e non posso rischiare troppo" dice Caparezza, al secolo Michele Salvemini, 48 anni, aggiungendo che esclude riprese del tour in autunno o in inverno. Già tre anni fa, nel brano Larsen (La tortura - Perdono o punizione) il rapper di Molfetta, lanciato dalla hit Fuori dal tunnel nel 2003, si lamentava del dolore contro cui combatte dal 2015: "Fischia l’orecchio, infuria l’acufene / Nella testa vuvuzela mica l’ukulele ".

Michele, per uno che fa il suo mestiere è un problema.

"Soffrendo di acufene e ipoacusia non posso più fare lunghi giri di concerti come accadeva in passato. In questi sette anni di difficoltà ho incontrato tanti colleghi che m’hanno detto senti questo, fatti vedere da quello, io l’ho fatto ma non è cambiato alcunché. Così ho smesso di cercare cure miracolose per il mio deficit uditivo".

Ha capito da cosa origina?

"Dall’attività live. D’altronde nella vita tutte le cose belle finiscono col toglierti qualcosa. A me questo fischio continuo ha modificato l’udito. Lì per lì, quando ho scoperto di non poter più ascoltare la musica in cuffia, sono andato in crisi, pensando al mio corpo come a una prigione. Così ho provato di tutto, pillole, iniezioni, psicoterapia, ma alla fine ho capito che dovrò semplicemente tenermelo e magari pensare ad altro, distrarmi".

Si arrende, insomma. Per pensare a cosa, se non solo ai concerti?

"Mi piacerebbe dare vita a qualcosa per altri. Intendo mettermi alla prova sapendo che la mia creatività non si limita alla musica. Amo la scrittura e quindi penso a un testo, a un fumetto, a un soggetto, a una storia".

A un fumetto?

"Durante la pandemia, oltre ad essere rimasto aggrappato al progetto dell’ultimo album Exuvia, ho riacceso anche la passione mai sopita per il mondo dei fumetti. Ho seguito un corso di sceneggiatura che un giorno potrebbe dare i suoi frutti, se non in un volume grafico vero e proprio, magari in un lavoro musicale legato al pianeta della striscia disegnata".

Un fischio, un ronzio, un sibilo, un fruscio continuo nell’orecchio: l’acufene di cui soffre Caparezza è una condanna con cui s’è trovato a fare i conti uno stuolo di alfieri del pop e rock che va da Phil Collins a Sting e Pete Townshend. Anche se l’acufene, o tinnito che dir si voglia, non è una prerogativa dei cantanti che si esibiscono con musica amplificata come ricorda il fatto che, fonometro alla mano, i 90 decibel di un’orchestra sinfonica superano di gran lunga gli 80 di un camion diesel. E poco rincuora quanti ne soffrono il fatto che Beethoven scrisse l’ Inno alla Gioia quattro anni prima della morte quando era già completamente sordo.

Caparezza: disco esistenziale, il suo ultimo, che utilizza la muta dell’insetto (l’exuvia è ciò che resta dell’esoscheletro dopo la trasformazione) come metafora di crescita.

"La narrazione del nuovo spettacolo è la stessa dell’album, si parla quindi del rito di passaggio, dello spaesamento, del crescere. La matassa verrà dipanata col mio linguaggio live, ovvero un mix di rap e rock, ma anche attraverso scenografie che ricreano la mia selva mentale, costumi e oggetti in cartapesta dalle dimensioni “extra large“ che entrano ed escono di scena. Insomma, più artigianato che raggi laser". L’ Exuvia Estate 2022 prenderà il via lunedì prossimo dal Sequoie Music Park di Bologna. Venti date e stop.