Mercoledì 17 Aprile 2024

Cantautore trasformista

L’amata magia del sound orchestrale o della rock-band in ’Achille Lauro Superstar’. Il suo tour chiude il 12 settembre a Pisa

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All’esordio del tour estivo, ’Achille Lauro Superstar’, a Nichelino, si è presentato con l’Electric Orchestra, 52 elementi che danno corpo al sound della band che storicamente lo accompagna (Marco Lancs alla batteria, Gregorio Calculli a piano e tastiere, Nicola Iazzi al basso e Riccardo ’Kosmos’ Castelli alla chitarra). A Milano, pochi giorni dopo, la sua musica ha prodotto in diretta opere d’arte generativa NFT grazie agli studenti della BigRock School che hanno poi messo all’asta per beneficenza i risultati delle emozioni suscitate in loro da ’Solo noi’, ’Roma’, ’Marilù’, ’Rolls Royce’ e ’C’est la vie’.

In altre date, tra cui quella di domenica 4 settembre a Prato e del 12 a Pisa, che conclude la tournèe, sarà invece sul palco solo con la band. A testimonianza dell’evoluzione su più strade dei progetti, sempre innovativi, dagli arrangiamenti ai costumi, dell’artista (al secolo Lauro De Marinis) che ha più sparigliato le carte dello showbiz negli ultimi anni fin dalla sua apparizione a Sanremo 2019 con ’Rolls Royce’.

Come nascono le sue canzoni? E come le ha immaginate eseguite da un’orchestra?

"Non c’è una regola. Di solito mi prendo lunghe sessioni con i ragazzi con cui costruisco musica e diamo spazio alla creatività. Per pensare al tour di quest’anno mi sono focalizzato sulle cose che mi piacevano di più: performare con la mia band e performare con un’orchestra live. Ho semplicemente unito tutto in un unico grande format".

Come ne ha studiato la messinscena?

"Per preparare ogni mio show nei minimi dettagli, impiego poco a concepire l’idea, ma mesi a realizzarla. Abbiamo lavorato moltissimo con il mio team".

L’industria discografica è troppo vorace o è a misura del suo talento?

"Sicuramente il mercato è più complesso di prima. Penso che le piattaforme siano comunque uno strumento. Sta a noi capire come utilizzarle".

Ma c’è un segreto per sopravvivere al consumismo bulimico, di canzoni ma non solo, della società contemporanea?

"Il consumismo c’è per tutto, è un dato di fatto non solo per la musica, ci si deve concentrare su chi merita di più la nostra attenzione e su chi ha davvero qualcosa da dire attraverso la sua arte".

Qual è nel suo repertorio la canzone più intima, quella entro cui affondano le radici musicali e umane di Lauro?

"Non ne so scegliere una. Tutte raccontano una parte di me e del mio passato".

Che cosa serve per rendere felice Achille Lauro? E Lauro De Marinis?

"In generale direi il non fermarsi mai. E vale per entrambi, persona e personaggio".

Che cosa la spaventa di più in questo momento storico?

"In generale è un momento che vivo con poche certezze. La situazione pandemica non ha aiutato. Rimango sempre positivo verso il futuro, però".

Fa qualcosa per l’ambiente? È una tematica che l’appassiona?

"Molto. Cerco di stare molto attento, sia nel mio lavoro day by day e nella gestione dei materiali che condivido con il mio team, sia supportando progetti ecosostenibili e startup in cui credo. ’The Circle’ è una di queste".

Chi adora e l’emoziona dei colleghi italiani e stranieri?

Loredana Berté, Gino Paoli, in generale tutto il cantautorato italiano. Lo ascolto moltissimo. Poi i Rolling Stones, Marylin Manson, gli Oasis, Elvis. Non saprei davvero da dove cominciare. Sono un grande appassionato e ascolto quasi tutti i generi".

Ha mai chiesto a un suo idolo di fare una foto insieme e ora la conserva come un cimelio?

Colleziono opere e momenti, più che le foto. Amo ogni espressione artistica e mi piace circondarmene il più possibile".

Il suo rapporto col corpo?

"Mi alleno molto, mi tengo in forma, mangio sano. Ho bisogno di essere sul pezzo perché ho ritmi veramente veloci. Penso sia fondamentale per fare bene il mio lavoro".

Nella sua trasversalità, la scrittura e i due libri ’Sono io Amleto’ e ’16 marzo’ come si collocano?

"Molte delle mie canzoni nascono come poesie. Non c’è un confine reale tra la scrittura di un libro e la stesura di un testo per la mia musica. Butto giù quello che voglio esprimere e poi cerco di indovinare che forma prenderà".

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