
Théo Navarro-Mussy, 34 anni
Con una decisione senza precedenti, Cannes ha proibito il tappeto rosso a un attore accusato di violenze sessuali. L’attore è Théo Navarro-Mussy, fra i protagonisti del film ieri in concorso Dossier 137 di Dominik Moll. Lo ha deciso il delegato generale, cioè il direttore artistico del festival, Thierry Frémaux. Le accuse contro Navarro-Mussy gli erano state segnalate dall’ADA, Association des Acteur.ices, associazione contro le violenze sessiste e sessuali nata nel 2022. Tre ex compagne dell’attore, tutte attrici, lo avevano denunciato per "violenze fisiche e morali" che avrebbero avuto luogo nel 2018, 2019 e 2020. Il mese scorso, la denuncia è stata archiviata per "accuse insufficientemente caratterizzate"; ma le tre donne avrebbero manifestato l’intenzione di ricorrere contro la sentenza, costituendosi parte civile. Alla luce di ciò, Frémaux ha dichiarato che "la procedura rimane aperta", e ha deciso di proibire il red carpet all’attore. D’accordo con Frémaux le produttrici del film Caroline Benjo e Carole Scotta mentre Théo Navarro-Mussy, 34 anni, ha ricordato che la giustizia lo ha, "allo stadio attuale, scagionato". Ha negato le accuse, ma ha comunque detto che comprende la decisione degli organizzatori.
È la prima volta che un attore viene escluso dal festival di Cannes per accuse di violenze sessuali. È dunque l’inizio di una fase nuova. Nelle battaglie del #MeToo che hanno preso il via negli Usa nel 2017, in Europa è stata la Francia a esporsi subito in prima linea. A partire dai César, gli Oscar francesi, che nel 2023 hanno bandito i candidati condannati o sotto inchieste per abusi sessuali. Recentemente, anche il Parlamento francese si è occupato degli abusi sessuali nel mondo dello spettacolo. In aprile una commissione d’inchiesta parlamentare guidata dalla ecologista Sandrine Rousseau ha presentato un documento con le testimonianze di oltre 300 professionisti, mostrando un mondo in cui "il sessismo è istituzionalizzato", regolato dalla "legge del silenzio". Tutto era partito dalle denunce dell’attrice Judith Godrèche, che aveva accusato il regista Benoît Jacquot di violenze sessuali. Nel documento, Rousseau aveva concluso: "Il festival di Cannes deve essere il luogo dove diciamo forte e chiaro che vogliamo che le cose cambino".
Il caso di Gèrard Depardieu è poi esploso nel primo giorno di festival. Il più celebre attore francese, 76 anni, è stato condannato a 18 mesi di prigione – sospesi con la condizionale – per abusi e molestie a due donne. Nel giorno della sentenza la presidente della giuria del festival Juliette Binoche si è espressa sulla vicenda: "La condanna di oggi a Depardieu è il frutto di quello che è stato fatto negli ultimi anni anche qui a Cannes. La nostra ondata rivoluzionaria ci ha messo un po’ di tempo ad arrivare, ma alla fine è arrivata", ha detto. "Il festival è in sintonia con quello che accade oggi. Segue il movimento della vita sociale e politica, e talvolta è precursore dei cambiamenti".