Giovedì 25 Aprile 2024

Troppi incroci tra cani 'imparentati': salute a rischio per molte razze

Le razze selezionate per le caratteristiche estetiche hanno un livello di endogamia molto elevato, che può comportare effetti negativi sulla salute degli animali

I dalmata sono frutto di una forte selezione per ottenere le macchie nere

I dalmata sono frutto di una forte selezione per ottenere le macchie nere

L'endogamia (o inincrocio) è la riproduzione fra individui dello stesso ceppo, più o meno strettamente imparentati. Può verificarsi in natura in alcune specie e popolazioni di numero ridotto, ma viene anche attuata dall'uomo, ad esempio per selezionare alcune caratteristiche considerate desiderabili nelle razze dei cani, come le macchie nere dei dalmata e le zampe corte dei bassotti. Quando è eccessiva però può produrre conseguenze negative: i ricercatori dell'Università della California a Davis hanno scoperto che in gran parte delle razze il livello di endogamia è molto elevato, il che va a discapito della diversità genetica e ha portato a un aumento dei problemi di salute degli animali e dei relativi costi per curarli. Lo studio ha attinto al più vasto database di DNA di cani a disposizione, quello raccolto da Wisdom Health Genetics, e ha esaminato le informazioni relative a 49.378 esemplari di 227 razze. In media il tasso di endogamia è risultato vicino al 25%, "che equivale alla condivisione dello stesso materiale genetico tra fratelli". Si tratta, dicono i ricercatori, di livelli ben superiori rispetto a quelli considerati sicuri tanto per gli animali selvatici quanto per gli esseri umani (nei quali il 3-6% è già quantificabile come elevato e problematico per la salute). "I dati relativi ad altre specie, combinati alle forti predisposizioni di razza per patologie come il cancro e le malattie immunitarie, evidenziano quanto un'alta endogamia sia rilevante per la salute dei cani", dice la genetista Danika Bannasch. Alcune razze sono più "consanguinee" di altre e ciò dipende in molti casi da una combinazione di fattori, spiega Bannasch: una popolazione di partenza composta da un piccolo numero di esemplari e una forte selezione da parte degli allevatori per ottenere alcune caratteristiche specifiche, che spesso sono soprattutto estetiche. Un esempio contrario è quello del cane da fattoria Danese-Svedese, che ha un basso livello di inincrocio perché è stato selezionato a partire da una popolazione sufficientemente ampia (duecento animali) e in funzione delle sue capacità di lavoro, piuttosto che per l'aspetto, e risulta così una delle razze più sane. "È sorprendente quanto l'endogamia sembri influire sulla salute dei cani", commenta Bannasch; "Studi precedenti hanno mostrato che i cani piccoli vivono più a lungo di quelli grandi, ma nessuno finora aveva approfondito la morbilità o la presenza di malattie. Il nostro studio ha rivelato che se i cani sono piccoli ma non endogamici, sono molto più sani dei cani grandi che hanno alti livelli di endogamia". Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Canine Medicine and Genetics.

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