Giovedì 25 Aprile 2024

Camilleri e il suo Montalbano, le frasi cult del Commissario

Le indimenticabili perle di Salvo: "I pinseri sunno i peggiori nimici della panza e, rispetto parlanno, della minchia"

Luca Zingaretti in un episodio de Il Commissario Montalbano (Rai)

Luca Zingaretti in un episodio de Il Commissario Montalbano (Rai)

Roma, 17 luglio 2019 - Ventisei romanzi, oltre 25 milioni di copie vendute. Il Commisario Montalbano è di gran lunga la creatura più riuscita di Andrea Camilleri, se non altro quella più conosciuta e amata dai lettori, anche grazie al successo della fiction Rai con Luca Zingaretti. Schietto e sensibile, Salvo Montalbano è personaggio che appassiona per il suo linguaggio asciutto e verace, e per la sua composta malinconia, perché Montalbano "è un uomo troppo concreto per credere alla felicità  - raccontava di lui lo stesso Camilleri -. Mi ha confessato che è stato felice una o due volte, sempre all'improvviso e non totalmente. Ha avuto l'idea di essere felice per tre quarti e l'altro quarto stava a guardare lui mentre era felice. E questo quarto di lui rovinava tutto il resto". Ecco una raccolta di alcune delle frasi celebri del commissario: citazioni che hanno contribuito a renderlo famoso.

L'addio di Luca Zingaretti: "Mi hai spiazzato ancora una volta"

  • I pinseri sunno i peggiori nimici della panza e, rispetto parlanno, della minchia (da Una voce di notte)
  • Il prossimo sdilluvio universale non sarà fatto d’acqua, ma di tutti i nostri rifiuti accumulati nei secoli. Moriremo assufficati dalla nostra stissa merda. (da La prima indagine di Montalbano)
  • Le parole che dicono la verità hanno una vibrazione diversa da tutte le altre (Un mese con Montalbano)
  • E’ il pensiero della morte che aiuta a vivere (da La paura di Montalbano)
  • È un gioco tinto, quello dei ricordi, nel quale finisci sempre col perdere (da L'odore della notte)
  • Nisciuna pausa può essere concessa in questa sempre più delirante corsa che si nutre di verbi all’infinito: nascere, mangiare, studiare, scopare, produrre, zappingare, accattare, vendere, cacare e morire (da L'odore della notte)
  • La notte cambia odore ogni ora che passa (da L’odore della notte)
  • Visto che non erano arrinisciuti a cangiare la società, avevano cangiato se stessi (da La gita a Tindari) 
  • Aveva paura, si scantava di calarsi negli “abissi dell’animo umano (da La paura di Montalbano)
  • Abbandonarsi all’ovvietà più assoluta. E certamente la più vera (da La gita a Tindari)
  • lL suo umore s'aggravò, visto e considerato che quello che doveva fare in mattinata non era piacevole: partire per andare a un funerale (da La voce del violino)
  • Che paìsi era quello indove un ministro che era stato ’n carrica ’na vota aviva ditto che con la mafia bisognava convivere? (da Una voce di notte)
  • Montalbano si commosse. Quella era l'amicizia siciliana, la vera, che si basa sul non detto, sull'intuìto: uno a un amico non ha bisogno di domadare, è l'altro che autonomamente capisce e agisce di consequenzia" (da Il ladro di merendine)
  • Era l’insonnia della vecchiaia, quella che notte dopo notte ti condanna a stare vigliante, a letto o in poltrona, a ripassarti la tua vita minuto per minuto, a ripatirla sgranandola come i grani di un rosario” (da La Paura di Montalbano)
  • Tutti gli arancini s’infilano in una padeddra d’oglio bollente e si fanno friggere fino a quando pigliano un colore d’oro vecchio. Si lasciano scolare sulla carta (da Gli arancini di Montalbano)
  • E pinsò che macari a quell’altro ragno, quello del quale aviva intravisto per un attimo il volto, l’idea di fabbricare una gigantesca ragnatela era vinuta sicuramente di notte, una delle tante e tante notti d’angoscia, di tormento, di rabbia. E con pazienza, con tenacia, con determinazione, senza arretrare davanti a nenti, la ragnatela l’aviva alla fine costruita. Un prodigio geometrico, un capolavoro di logica (da La pazienza del ragno). 
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