Calici e degustazioni al Museo Alla scoperta multimediale di storia e virtù del Ruchè

Calici e degustazioni al Museo  Alla scoperta multimediale  di storia e virtù del Ruchè
Calici e degustazioni al Museo Alla scoperta multimediale di storia e virtù del Ruchè

Il vino non è solo una bevanda. È identità, territorio, cultura, tradizione. Soprattutto in Italia, il Paese dei mille campanili, dove ogni Comune fa storia a sé. Soprattutto in Piemonte, la regione enoica per eccellenza, dove il binomio vino-territorio è qualcosa di viscerale. Tanto da dedicare un museo a un piccolo vitigno locale, il Ruchè, rosso autoctono del Monferrato che reclama il suo spazio accanto ai grandi fratelli maggiori, Nebbiolo-Barbera Dolcetto.

Il Museo del Ruchè sarà inaugurato domani a Castagnole Monferrato. Sarà aperto ogni sabato e domenica, dalle 10 alle 18, con la possibilità di prenotare due tipologie di visita: a 15 euro con un calice in assaggio oppure con degustazione di 4 calici, al costo di 30 euro. Il Museo del Ruché nasce da un’idea di Luca Ferraris che, col contributo di Regione Piemonte, ha realizzato una struttura dedicata alla storia e alla conoscenza del vitigno orgoglio del territorio.

"Il Museo nasce nella casa dove è iniziata la storia della mia famiglia, è un luogo della memoria, una cantina che abbiamo voluto eleggere a spazio di valorizzazione di un intero territorio che intorno al Ruchè ha costruito la sua fortuna", commenta Ferraris, che con l’omonima azienda è anche uno dei 30 produttori del Ruché di Castagnole Monferrato Docg, denominazione di nicchia che vanta appena 205 ettari vitati per una produzione di un milione e 100mila bottiglie l’anno.

Il Museo è costituito da una prima sala dove sono esposti documenti, strumenti di lavoro contadino e macchine agricole; e dove si celebra la figura di don Giacomo Cauda, il papà del Ruchè. Negli anni Sessanta, infatti, il parroco di Castagnole Monferrato fu il primo a recuperare alcune vigne abbandonate, credendo nelle potenzialità di questo vino varietale che cominciò a vinificare e vendere in bottiglia. La seconda sala è un omaggio al Monferrato, il terroir del Ruché, di cui si esplorano i profumi attraverso le postazioni olfattive.

La terza è la Sala Cinema: un docufilm accompagna il visitatore nella storia moderna del Ruchè. Ultima tappa, l’Infernot, la cui pietra bianca arenaria permette la conservazione negli anni delle bottiglie grazie all’umidità e alla temperatura che mantiene costante.

Michele Mezzanzanica