Bye Colt, la più veloce del West ora spara a Est

Dal cinturone di Billy the Kid a Buffalo Bill: il marchio della pistola che ha segnato l’epopea americana passa a una società ceca

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di Cesare De Carlo

L’America è nata con la pistola in mano. La Colt. E per gli americani apprendere che la fabbrica, a Hartford (Connecticut), è stata venduta a una società ceca più che sorpresa desta disappunto.

Persino di questi tempi. Persino in tempi, voglio dire, nei quali l’abbattimento di statue e la Cancel Culture minacciano di soffocare la memoria identitaria di una nazione. In effetti con la Colt non se ne va solo la memoria. Se ne va la storia, un gran pezzo di storia perché si riferisce a quella che viene comunemente definita la conquista del West. È un po’ come se fosse stato venduto il Jefferson Memorial in riva al Potomac, con la sua marmorea, rivoluzionaria iscrizione: tutti gli uomini sono uguali e godono di “certi inalienabili diritti“. È l’iscrizione che marcò l’intero Settecento, come l’introduzione della Colt marcò l’intero Ottocento. Fu Jefferson a nobilitare la rivolta dei coloni inglesi e la guerra di indipendenza contro la madrepatria. E nulla toglie al simbolismo il fatto che a proclamarla fosse un ex schiavista. Un secolo dopo avrebbe condotto all’abolizione della schiavitù.

Ebbene se la guerra civile (12 aprile 1861 - 9 maggio 1865) si concluse come si sa, cioè con la vittoria del nord abolizionista contro il sud segregazionista, del repubblicano Abraham Lincoln contro il democratico Jefferson Davis, insomma se vinsero i buoni sui cattivi, il merito va anche alla Colt di mister Colt, alla sua “six shooter“, la pistola che sparava sei colpi in rapidissima successione. In quegli anni il possesso di armi era già stato consacrato nel secondo emendamento della Costituzione. La Costituzione è del 4 marzo 1789, dunque antecedente la presa della Bastiglia. Il secondo emendamento è del 15 dicembre 1791: ognuno ha il diritto di portare armi e di costituirsi in milizie “ben regolate“. Il che spiega perché oggi gli Stati Uniti abbiano la popolazione più armata del mondo, 450 milioni di armi e oltre 300 milizie private. E spiega anche perché a questo diritto gli americani non intendano rinunciare. Sondaggi a parte, rimane improbabile anzi impossibile un contro-emendamento: non ci sarà mai in Congresso una maggioranza di due terzi.

Ma allora, nell’Ottocento, queste considerazioni non sfioravano la mente di Sam Colt, marinaio, contrabbandiere, tenutario di saloon e bordelli. Jim Rasenberger nel suo Revolver: Sam Colt and the Six-Shooter That Changed America lo definisce l’incarnazione dell’America protesa verso il West, violenta, avida, corrotta, sterminatrice. Alla libreria del Congresso, a Washington, alla voce Sam Colt si legge: “Dio creò l’uomo, Sam Colt li rese uguali“.

In effetti se un giorno non avesse avuto l’idea di modificare le armi da fuoco, di sostituire alla canna singola un cilindro rivolvente (da cui revolver), la spinta dei pionieri verso il Far West sarebbe stata più lenta, il genocidio degli indiani (oggi si dice nativi americani) meno sistematico, le sparatorie nei saloon meno cruente. E forse avrebbero vinto i Confederati. Le sue Colt, soprattutto la Colt 45, erano immancabili sul fianco dei personaggi immortalati dai film western. Non c’è finzione in quei film. Anzi, nel Southwest se ne hanno ampie conferme. Voglio ricordare che John Huston e John Wayne non inventarono nulla che non fosse realmente accaduto: Billy the Kid, Pat Garrett, Wyatt Earp, Bat Masterson, Doc Hollyday, Wild Bill Hickok, eccetera, non sarebbero diventati temuti “gunslinger“ (pistoleri) senza la Colt.

Eppure quando attorno al 1840 lui la propose al Ministero della Guerra a Washington raccolse rifiuti e prese in giro. Poi un giorno ricevette la visita del capitano dei Rangers Samuel Walker.

Insieme apportarono alcune modifiche. Walker la diede in dotazione ai suoi Rangers. Si rivelò micidiale nella guerra d’indipendenza del Texas contro il Messico e poi nella lotta agli indomiti Comanche. Da quel momento Sam Colt diventò l’uomo più ricco d’America. La sua fabbrica, la più grande fabbrica privata di armi nel mondo. Sarebbe morto di polmonite a 47 anni. Era il 1862. La guerra civile non aveva ancora mietuto 600 mila morti.

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