Giovedì 18 Aprile 2024

Buzzanca 1935-2022 Ultimo Lando al cinema: il merlo maschio dell’Italia in commedia

Scompare l’attore-simbolo delle pellicole sexy anni Settanta . Una carriera segnata dalla popolarità: dalle risate tv alle recenti prove drammatiche

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di Giovanni Bogani

È morto ieri a Roma, a 87 anni, Lando Buzzanca, il "merlo maschio", il simbolo del cinema erotico all’italiana, il protagonista – anche con ironia – della commedia sexy degli anni ’70. Commedie che sono rimaste dentro la memoria collettiva, riproposte mille volte dai canali tv. Ma lui, Gerlando Buzzanca, ragazzo di Palermo che a 16 anni aveva abbandonato tutto per cercare l’avventura del cinema, non era soltanto quello lì. Ha fatto teatro, molta televisione, alcune fiction di qualità, negli ultimi anni, conquistandosi un prestigio da attore di razza.

A sedici anni, dicevamo. Al cinema Nazionale di Palermo, nell’intervallo quel ragazzino alto e allampanato si alza in piedi e grida: "Guardatemi ora, che dopo dovrete pagare per vedermi!". Lancia la sfida, soprattutto a se stesso. E la vincerà. A Roma fa mille lavori, il cameriere, il facchino trasportatore di mobili; e farà la comparsa in Ben Hur, come tanti altri, che nel cinema trovavano un modo per trovarsi qualche soldo in tasca. È uno schiavo, di quelli che remano nella galera. Non proprio la strada verso l’Oscar. Ma lui insiste. Già sposato con Lucia, la futura madre dei suoi due figli, Gerlando Buzzanca – in arte Lando – finalmente riesce a ritagliarsi un ruolo più importante, con Marcello Mastroianni e Stefania Sandrelli in Divorzio all’italiana di Pietro Germi. Poi è Antonio in Sedotta e abbandonata.

Quella sua faccia, con il nasone, con l’aspetto un po’ impacciato, piace. Dino Risi lo chiama per un breve ruolo ne I mostri del 1963, Bruno Corbucci per una parodia di 007 in James Tont operazione uno del 1965. Nel 1967 è protagonista di Don Giovanni in Sicilia, diretto da Alberto Lattuada. Nello stesso anno è in Le dolci signore di Luigi Zampa.

Ma poi arrivano gli anni ’70, quelli dell’ "homo eroticus" che Buzzanca interpreterà alla perfezione. È il suo decennio d’oro. Appare in tv, ed è un ottimo debutto. In Signore e signora, Lando Buzzanca duetta con Delia Scala: "L’amore non è bello se non è litigarello, l’amore non è amore senza un po’ di batticuore". Canta, balla, sorride con quel suo sorriso sfrontato, bellissimo. Subito dopo, sarà il cinema, quello di grande impatto popolare. Il merlo maschio, con Laura Antonelli giovanissima, è il primo film di un filone che segnerà molte variazioni sul tema.

Lui gioca a fare il tonto, il bello, porta ai suoi personaggi una sorta di candore erotico. La sua "mascolinità", la disegna in modo caricaturale, eccessivo, che spinge alla risata. Ed è questa, probabilmente, la sua fortuna. A volte, ribalta persino il cliché, e si raffigura come affetto da impotenza. Insomma, è sì il simbolo del maschio spavaldo ed esuberante di un’Italia ancora tradizionale, ma riesce anche a trasformarsi nel suo opposto.

Fra le sue compagne di set, Barbara Bouchet, Sylva Koscina, Rossana Podestà, Agostina Belli, Femi Benussi. Fra i registi con i quali lavora, Pasquale Festa Campanile, Steno, Luciano Salce. Ne L’arbitro, Buzzanca-Carmelo Lo Cascio si scatenerà anche in una parodia dell’arbitro di calcio più famoso d’Italia, il siciliano Concetto Lo Bello. Con Gloria Guida sarà protagonista de Il gatto mammone, nel 1975.

Tramontano gli anni ’70, tramonta anche quel cinema. Lando Buzzanca dirada i suoi impegni. Torna in tv, nel 2005, con la fiction Mio figlio, in cui interpreta un ruolo drammatico, il padre di un ragazzo omosessuale. Ottiene un enorme successo di pubblico. Al cinema, lo chiama Roberto Faenza, che nel 2007 lo vuole ne I viceré, nei panni del Principe Giacomo: e Buzzanca fa capire a tutti quale grande attore ci fossimo persi per strada, conquistandosi anche una candidatura ai David di Donatello. "Roberto Faenza mi ha detto: Lando, devi far dimenticare il Burt Lancaster del Gattopardo! E io ci ho provato…".

Amava recitare, amava l’adrenalina del palco o del set. "Vivo una vita migliore, a teatro o al cinema. Io nella vita di tutti i giorni mi annoio, vivo solo quando sono sul palco. Ed è una vertigine, ogni volta", diceva. Nella vita reale, era stato sposato per 57 anni con Lucia Peralta, la madre dei due figli Massimiliano e Mario. Lucia muore nel 2013: Buzzanca vive una forte depressione, tenta il suicidio tagliandosi le vene. Nel 2016 conosce la nuova compagna, Francesca Della Valle. Gli ultimi anni, però, sono un calvario di ricoveri a Roma, culminato due settimana fa nel trasferimento nell’Hospice del Gemelli Medical Center, dopo la caduta da una sedia a rotelle e la frattura del femore.

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