Genitori in burnout con il coronavirus e la dad dei figli: chi è più colpito

Con il ritorno delle restrizioni per il Coronavirus si ricomincia a parlare del fenomeno del burnout genitoriale, stimolato dalla convivenza perenne tra figli e genitori per via di dad e smart working

Il burnout genitoriale èstimolato dalla convivenza perenne tra figli e genitori

Il burnout genitoriale èstimolato dalla convivenza perenne tra figli e genitori

Ora che le scuole, compresi gli asili, hanno chiuso quasi ovunque per via delle nuove misure anti-Covid del Governo, sta emergendo nuovamente il fenomeno del “burnout genitoriale”. Si tratta di una vera e propria sindrome che induce il genitore a sentirsi emotivamente distaccato dai figli, arrivando a un punto di rottura a cui molte mamme e molti papà sono sempre più vicini. Il burnout genitoriale si scatena infatti quando non si riesce mai a “staccare” dalla cura dei figli: una situazione che si sta verificando nelle case di parecchi italiani in smart working e con i bambini in DAD. Il tema è stato trattato a livello internazionale dall’Université Catholique de Louvain (Belgio), i cui ricercatori hanno contattato 100 scienziati sparsi in 42 paesi per capire come fosse la situazione nei diversi stati.

Individualismo e burnout genitoriale

Gli esperti hanno creato una mappa in grado di mostrare l’incidenza dei casi di burnout genitoriale emersa al termine delle rilevazioni. Secondo i risultati, i genitori dei paesi occidentali (specialmente USA, Canada e Francia) sono i più colpiti dalla sindrome. Il motivo, spiegano gli accademici, concerne la cultura individualista ed egoistica che spesso domina in queste aree del mondo. La ricerca ha dimostrato che la cultura e i fattori socio-economici giocano un ruolo chiave nello scatenare o meno il burnout genitoriale. La società occidentale è contraddistinta da una elevata competizione nel mondo del lavoro: ciò mette i genitori in una forte condizione di stress che va a condizionare la vita familiare, e che a sua volta conduce al burnout genitoriale. E l’Italia? Attingendo al grafico, è uno degli stati d’Europa con l’incidenza più bassa.

Il ruolo dei fattori culturali

Più nello specifico, lo studio ha mostrato che i paesi occidentali più ricchi e in cui si fanno meno figli (anche per via delle disuguaglianze di reddito e della disoccupazione giovanile) sono più colpiti dal burnout genitoriale. Prima di questa ricerca, la prima in assoluto che ha analizzato il fenomeno a livello internazionale, gli esperti non pensavano che i fattori culturali fossero così influenti: "Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con scienziati di tutte le culture coinvolte. Erano gli unici in grado di raccogliere dati nei rispettivi paesi, garantendone la validità e interpretandoli correttamente. In questo modo abbiamo scoperto che la prevalenza del burnout genitoriale varia notevolmente a seconda della cultura di una nazione”, hanno spiegato Isabelle Roskam e Moïra Mikolajczak, i due autori principali dello studio.

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