Buchi nell'oceano, "sui fondali troppi interessi, anche di chi cerca il litio"

Le domande di Isabella Pratesi, direttrice del programma di conservazione Wwf. Cosa c'entrano le auto elettriche

Roma, 29 luglio 2022 - Buchi nell'oceano Atlantico, resta il mistero. Isabella Pratesi, direttrice del programma di conservazione del Wwf, invita a ragionare sui grandi interessi che si muovono attorno a questa parte del globo così poco conosciuta. 

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Buchi sul fondo dell'oceano Atlantico. Gli scienziati vogliono risolvere il mistero

Cosa le fanno pensare questi misteriosi buchi sul fondo dell'Atlantico?

"Nessuno può ancora dare una risposta certa. Di sicuro, però, il fondo degli oceani sta attirando sempre più gli appetiti dell'umanità. Perché è un ambiente ricco di risorse naturali, tra queste ci sono sicuramente i metalli preziosi come il litio. La nostra tecnologia vive di quello".

"Litio indispensabile per le auto elettriche"

"Proprio così. Quei buchi sul fondo dell'Atlantico sono un'azione di sonda? Non possiamo dirlo oggi ma dobbiamo tenere gli occhi molto aperti. Perché gli oceani in generale sono la nuova frontiera dell'aggressione umana al pianeta. Invece sono un ecosistema estremamente delicato, con una vita molto rallentata e organismi che si riproducono con una lentezza enorme".

Quanto conosciamo degli oceani?

"Pochissimo, è  l'ambiente meno conosciuto del pianeta, per alcuni scienziati siamo appena allo 0,001% degli ecosistemi delle acque profonde. Riguardo poi alla batimetria, lo studio morfologico, conosciamo solo il 20% dei fondali. Ma c'è chi li pensa come una sorta di 'spazzatura' dell'umanità".

Spazzatura in che senso?

"Si stanno facendo ricerche per capire se i fondali marini possono essere un luogo in cui stoccare il carbonio estratto dall'atmosfera per contrastare il  cambiamento climatico. Ben vengano i buchi se servono ad attirare l’attenzione verso questo ambiente così aggedito. Anche dalla pesca a strascico di profondità".

Isabella Pratesi, direttore programma di conservazione del Wwf
Isabella Pratesi, direttore programma di conservazione del Wwf