Lunedì 14 Luglio 2025
REDAZIONE MAGAZINE

Bruce Springsteen, c’è il primo assaggio del biopic ‘Deliver Me From Nowhere’

Pubblicato il primo trailer ufficiale del film su The Boss, interpretato da Jeremy Allen White, che uscirà nell’ottobre prossimo. Cosa sappiamo

Jeremy Allen White veste i panni di Bruce Springsteen nel biopic dedicato al cantautore statunitense

Jeremy Allen White veste i panni di Bruce Springsteen nel biopic dedicato al cantautore statunitense

Roma, 18 giugno 2025 – Il primo assaggio è servito. Finalmente è online il trailer ufficiale di ‘Deliver Me From Nowhere’, il biopic su Bruce Springsteen diretto da Scott Cooper e prodotto da 20th Century Studios. Ecco cosa sappiamo su questo film biografico che porta sul grande schermo un capitolo poco raccontato della carriera di Bruce Springsteen: la creazione del suo leggendario album Nebraska (1982). Il trailer, pubblicato oggi, mostra il protagonista mentre registra e interpreta brani estratti dal periodo di Nebraska. Cooper ha detto di essersi lasciato ispirare dall’atmosfera essenziale e malinconica del disco.

Un ritratto intimo e autentico del Boss

Basato sul libro di Warren Zanes (2023), il film si concentra su un momento di introspezione e crisi personale, lontano dai riflettori e promette d’essere un ritratto intimo e autentico della rockstar americana anche grazie all’interpretazione di Jeremy Allen White, già acclamato per ‘The Bear’. Un’interpretazione ‘premiata’ dallo stesso Springsteen che ha detto: “È un attore straordinario e canta molto bene”. La pellicola, che uscirà ad ottobre nelle sale americane, è stata girata tra ottobre 2024 e gennaio 2025, con location autentiche in New Jersey (Bayonne, Freehold, Asbury Park) e New York, atmosfere fedeli ai luoghi familiari e artistici del Boss. Il musicista stesso ha partecipato a più riprese sul set.

‘Nebraska’: uno dei capolavori di Springsteen

Siamo nel 1982, in un’America percorsa da nuove promesse reaganiane e da un ottimismo di facciata quando Bruce Springsteen consegna al mondo uno dei dischi più oscuri, scarni e disarmanti della sua carriera: ‘Nebraska’. Con lui, stavolta, non c’è la E Street Band e non trovano spazio nemmeno i cori da stadio. Solo una chitarra, un’armonica, un registratore a quattro piste e la voce di un uomo che, per un attimo, smetteva di essere il “Boss” per diventare la voce roca della disperazione americana. La leggenda vuole che l’album sia nato in modo quasi accidentale: Springsteen stava registrando delle demo nella sua casa in New Jersey. Intendeva riarrangiarle con la band, ma qualcosa in quei nastri (forse l’intimità e l’inquietudine che trasudavano) lo convinse che erano già completi così. “Nebraska” non è solo un disco: è un rifiuto del successo facile, uno sguardo nel lato oscuro del sogno americano.