Martedì 24 Giugno 2025
ROBERTO DAVIDE PAPINI
Magazine

Bozzetto rilancia il Signor Rossi: "Un boomer nell’epoca dei social"

A Cartoons on the Bay il nuovo cortometraggio. "La tecnologia può spaesare, ma io non sono ostile"

Bruno Bozzetto, 87 anni, con una delle sue creature più popolari: il Signor Rossi, protagonista di Rossi Boomer

Bruno Bozzetto, 87 anni, con una delle sue creature più popolari: il Signor Rossi, protagonista di Rossi Boomer

Roma, 26 maggio 2025 – "Creare cartoon con l’intelligenza artificiale? Non sono contrario, devo solo capire come usarla, se può aiutare a fare le cose come voglio io, non come vuole lei. Per esempio non so come potrebbe arrivare a certe scene surreali e senza logica. Credo che non ce la possa fare". Classe 1938, Bruno Bozzetto è un mostro sacro (visto che non ama essere chiamato maestro) dell’animazione mondiale, con una carriera straordinaria, tre lungometraggi di grande successo (West and Soda; Vip. Mio fratello Superuomo e Allegro non troppo) oltre a una nomination all’Oscar con Cavallette e tante altre opere di grande qualità. Bozzetto ha sempre voglia di creare e non disdegna l’uso delle nuove tecnologie anche se "vanno trattate con cura, per evitare pasticci". Curioso notare che sabato 31 maggio a Cartoons on the Bay (festival promosso da Rai e organizzato da Rai Com, dal 29 maggio al 1° giugno a Pescara, diretto da Roberto Genovesi) presenta in anteprima mondiale un nuovo cortometraggio animato del Signor Rossi che, a differenza del suo creatore, con le nuove tecnologie finisce per fare proprio pasticci.

In Rossi Boomer (prodotto da studio Bozzetto) il personaggio si presenta con un disegno più fresco, scenografie più moderne, ma con le sue conoscenze tecnologiche è rimasto al 1960, quando esordì nel cortometraggio Un Oscar per il Signor Rossi. Proiettato nel futuro (ovvero il presente di oggi), con l’inseparabile cane Gastone, si trova in difficoltà con strumenti moderni dal telecomando al computer fino alle ultime trovate della domotica.

Bruno Bozzetto, come nasce l’idea di riproporre il Signor Rossi?

"Ci pensavamo da tanto tempo, ci dispiaceva abbandonarlo. Dalla Germania insistevano perché lo riproponessimo".

Dalla Germania?

"Sì, lì è popolarissimo, lo hanno usato come simbolo della lotteria nazionale. Comunque siamo stati a pensare a lungo, cercando l’idea buona".

Che è arrivata...

"Sì, a un certo punto è saltata fuori una sceneggiatura che pareva funzionare. Nello Studio Bozzetto dicono che l’abbia fatta io, sinceramente non me lo ricordo. Comunque si trattava del Signor Rossi alle prese con tante cose che non capisce".

Per esempio?

"Per esempio non conosce i cellulari, le carte di credito, il bancomat, la tv che si accende con un comando, arnesi che partono senza essere toccati, pasti ordinati al telefono, il computer, il web, il Telepass, il navigatore".

Un impatto problematico con la modernità.

"Sì, abbiamo voluto mettere in evidenza che chi non la conosce o non sa maneggiarla, come le persone anziane, si trova spaesato di fronte alla nuova tecnologia, in un mondo che corre".

Lei, però, ha un buon rapporto con la tecnologia.

"Sì, è vero. Ma a volte ho qualche problema anche io. Bisogna stare attenti a tutto, come alle fake news, per esempio".

Torniamo a Rossi Boomer, l’idea è di farne una serie?

"Sì, vediamo come va questo cortometraggio, ma vorremmo farne una serie. Scriveremo altre sceneggiature per i prossimi episodi".

Com’è lavorare con suo figlio Andrea?

"Bello. Lui ha fatto l’aiuto regia e come aiuto regista ha uno spirito simile al mio, ma ha un occhio più giovane, più fresco, aggiornato. Mi fido di lui".

Usa i social network? Che ne pensa?

"Tutto il bene e tutto il male possibile. Il bene perché sono un grande mezzo di comunicazione utilissimo per tenerti in contatto col mondo e il male per come invece vengono usati. Spesso mi fanno pensare alle riunioni condominiali di Fracchia, dove ogni motivo è buono per litigare e si perde velocemente il senso del discorso. Si inizia magari parlando dell’utilità delle pantofole e dopo pochi minuti ci si ritrova a litigare sul riscaldamento globale. Non credo che Rossi si ritroverà alle prese con quelli perché è un argomento che si sviluppa meglio con le parole che con l’azione e nel cinema il movimento e l’azione hanno sempre la precedenza".