
di Benedetta Cucci Le Comunità attraverso la lente fissa e in movimento di Mohamed Bourouissa, sono protagoniste della nuova mostra ’Communautés....
di Benedetta Cucci
Le Comunità attraverso la lente fissa e in movimento di Mohamed Bourouissa, sono protagoniste della nuova mostra ’Communautés. Projets 2005-2025’ ospitata dalla celebre Fondazione Mast di Bologna fino al 28 settembre.
Una scelta espositiva con la curatela di Francesco Zanot, che vuole mettere a fuoco il tema del sociale, nello spazio artistico italiano più interessato al mondo del lavoro e dell’industria, indagato attraverso la fotografia. E lo fa con i venti anni di progetti di questo fotografo franco-algerino classe 1978, che ha debuttato nel 2005 con la serie Péripherique (come si chiama la tangenziale di Parigi), realizzata dopo le rivolte nelle banlieues francesi.
Fotografa una situazione di tensione e pericolo tra gli abitanti dei sobborghi di una città contemporanea, ma è frutto di una messa in scena che coinvolge amici, conoscenti e attori non professionisti e mescola i codici della fotografia documentaria con quelli della tradizione pittorica occidentale, tanto che il dipinto ’La libertà che guida il popolo’ del 1830 di Delacroix, riecheggia in questa fotografia.
L’opera di Bourouissa esplora il complesso rapporto tra individuo e società, evidenziando i molteplici ruoli che ciascuno svolge come persona, membro di una comunità e parte di una massa più estesa. La sua ricerca si muove costantemente tra il particolare e il generale, tra storie individuali e grande Storia, tra unità e molteplicità. Attraverso questo approccio l’artista fornisce un’analisi della civiltà contemporanea, in cui le relazioni personali emergono in un contesto sociale sempre più fragile.
Il suo occhio guarda e trasfigura, porta la comunità a un livello successivo di possibilità. Come nel visionario progetto ’Horse Day’ portato avanti tra il 2013 e il 2019, che documenta le scuderie sociali di un un sobborgo di Philadelphia, fondate da membri della comunità afroamericana locale appassionati di equitazione, per offrire ai giovani del quartiere un’alternativa alla strada. Questa storia esemplare permette a Bourouissa di mettere in atto il suo sabotaggio degli stereotipi: decostruisce l’immaginario del cowboy, escluso dalla cultura equestre americana a causa dei pregiudizi e mette in atto una competizione-performance, trasformando il club in un luogo di espressione artistica.
In mostra anche la serie ’Shoplifters’ e ’Hands’, il progetto più recente che mostra un’evoluzione nel suo lavoro e che viene visto per la prima volta al Mast. Una mostra che indaga anche la trasformazione della fotografia, nel contesto contemporaneo, rivelando la complessità delle relazioni tra individui e società in un’epoca di profondi cambiamenti.