Lunedì 14 Luglio 2025
ANDREA SPINELLI
Magazine

Bocelli & Sinner: "Stima e amicizia senza età. Così è nato ’Polvere e gloria’"

Veronica, la moglie del tenore, ha seguito passo dopo passo la realizzazione del duetto: "Jannik ha uno spessore non comune. E con Andrea lancia un messaggio: la forza del bene" .

Andrea Bocelli, 66 anni, e Jannik Sinner, 23 anni, duettano nel brano Polvere e gloria. In alto Bocelli con la moglie Veronica

Andrea Bocelli, 66 anni, e Jannik Sinner, 23 anni, duettano nel brano Polvere e gloria. In alto Bocelli con la moglie Veronica

Punto, set, incontro. Andrea Bocelli trova Jannik Sinner e assieme s’inventano il “doppio” di Polvere e gloria. Un solenne inno "al valore della perseveranza, alla nobiltà della fatica quotidiana che trasforma ogni passo incerto in parte di un disegno più grande" – come lo definisce il tenore di Lajatico – scritto da Stephan Moccio, Giovanni Caccamo, Alfredo Rapetti Cheope, oltre ad Andrea stesso, e prodotto da Pierpaolo Guerrini. A parlarne, da Miami, è la moglie Veronica Bocelli che ha seguito passo dopo passo la realizzazione del duetto (sottotitolo Dust and Glory) in uscita oggi in tutto il mondo.

Andrea e Jannik come si sono conosciuti? "Tramite un nostro caro amico comune, Sergio Marrai. Andrea è notoriamente un grande tifoso di calcio, ma la sua passione è estesa a tutti gli sport, tennis compreso, proprio per i valori che lo innervano: rispetto, collaborazione, impegno, forza di volontà, coraggio, umiltà, fair play... E ancora, il desiderio di migliorarsi, la disponibilità a sacrificare qualcosa di sé per un obiettivo più grande. Con Jannik è scaturita naturalmente una bella amicizia, frutto di una evidente empatia e stima reciproca".

Ma cos’ha colpito del personaggio Bocelli le fantasie di un ventitreenne? "L’età anagrafica in questo caso non racconta la maturità di un giovane campione come Sinner. Credo abbia dimostrato ampiamente, in campo e fuori, di essere una persona di spessore non comune. Di Andrea ha probabilmente apprezzato la schiettezza, l’onestà intellettuale, la capacità di ascoltare. Mio marito è un artista e l’arte tendenzialmente è un linguaggio concepito per superare le barriere, anche quella generazionale. E poi, il tennis, per come declinato ultimamente da fuoriclasse come appunto Sinner (o la nostra Jasmine Paolini), è in un certo senso una performance anche artistica, con una qualità e una ricercatezza spettacolare, avvincente e complessa... Potremmo quindi dire che Jannik e Andrea siano colleghi?"

Sinner è sempre rimasto lontano dallo showbiz. A suo avviso, cosa l’ha spinto a fare questa eccezione? "Immagino l’abbia convinto la qualità, la bellezza, fors’anche la giusta semplicità del progetto. Progetto che è essenzialmente frutto della volontà di un omaggio ma anche di un’urgenza. Omaggio di Andrea al meraviglioso, virtuoso esempio che il nostro numero 1 al mondo rappresenta, per tantissime persone (giovani e non solo). Urgenza di comunicare un messaggio in cui sia Andrea sia Jannik credono fortemente, incoraggiando a onorare la forza del bene e ricordando che ogni vita può essere potenzialmente un’opera d’arte: a ciascuno, la dolce responsabilità di fare fiorire i propri talenti nell’acrobazia quotidiana del vivere, perseguendo i propri sogni e, con la stessa costanza, restando fedele ai propri valori".

Perché nel pezzo mentre Bocelli canta in italiano Sinner parla in inglese? "Forse perché Jannik lo pronuncia meglio di Andrea… Scherzi a parte, entrambi sono personaggi in grado di parlare al mondo: era giusto tenerne conto e, perlomeno in alcune frasi chiave del brano, utilizzare l’inglese. Che resta il percorso più immediato per comunicare a un numero di persone il maggiore possibile".

Bocelli è un grande fan di Djokovic però poi incide un brano con Sinner. "Andrea è fan di tutti coloro che perseguono la bellezza del fare e del vivere. E che sanno darsi interamente per un obiettivo, affrontando ogni sfida con determinazione e coraggio. Djokovic e Sinner sono entrambi grandi campioni, molto noti, ma ci sono tante altre persone (e tra queste, tanti sacerdoti e tante suore) che fanno lo stesso imprese gigantesche senza che lo sappia nessuno. Anzi, come dice mio marito, la fama, ai fini dell’acquisizione di un vero e proprio spessore umano, rappresenta un ostacolo".

Avete proposto al tennista altoatesino di diventare testimonial dell’Andrea Bocelli Foundation? "Non ancora. Ma... mai dire mai! So che Jannik ha una propria Fondazione e che è, a tutti gli effetti, un “uomo del bene”, anche lui molto attivo in ambito filantropico. È dunque un campione d’umanità, non solo in campo ma nella vita. I valori che propone, anche in quest’ambito, ci affratellano, a partire dal considerare l’istruzione uno strumento fondamentale per l’autoaffermazione di persone e comunità di appartenenza, istruzione e sviluppo dei propri talenti, seme di un cammino di conoscenza che può trasformare sé stessi e, in prospettiva, il proprio paese. Sono ragionevolmente certa che vi siano tutte le premesse per una futura bella collaborazione anche in tal senso".