Mercoledì 24 Aprile 2024

Bocelli e il mito Caruso: "Ha cantato la vita"

Il tenore ricorda il grande Enrico e pensa a una collaborazione con Renato Zero. "Sta scrivendo una Messa, potrei interpretarla"

Andrea Bocelli

Andrea Bocelli

Roma, 22 luglio 2021 - Qui dove il mare luccica. "Se dopo tutto questo tempo siamo ancora a ricordare Caruso, si deve alle sue straordinarie qualità d’interprete; innanzitutto, la voce singolarissima, con i suoi bassi da baritono e gli acuti da tenore, ma anche un fraseggio straordinario" ammette Andrea Bocelli parlando di Enrico Caruso, scomparso il 2 agosto di cento anni fa, a Napoli, in una camera d’albergo affacciata proprio di fronte allo stabilimento balneare dove aveva cantato da ragazzo posteggiatore. "Purtroppo, i limiti tecnici delle registrazioni del tempo ci tolgono la possibilità di apprezzare appieno la bellezza di quel timbro".

Cosa affascina della figura di Caruso?

"Il mistero che sta dietro la sua voce. Sicuramente aveva una grande interiorità, una vita complessa alle spalle che lo ha messo nelle condizioni di dare alle sue interpretazioni spessore e profondità apprezzati dalle platee di tutto il mondo".

Diceva: "La vita mi procura molte sofferenze. Quelli che non hanno mai provato niente, non possono cantare".

"Le esperienze di vita rendono l’artista più profondo. Pure nel privato ebbe le sue traversie e si racconta che Riccardo Cordiferro, al secolo Alessandro Sisca, scrisse Core ‘ngrato col pensiero al suo travagliato addio alla moglie Ada Botti Giachetti (fuggita con l’autista dopo 11 anni di convivenza e due figli, ndr)".

Mai pensato a un album-tributo?

"Avevo pensato d’incidere un disco in onore di Caruso riunendo brani che lo contraddistinsero e lo resero famoso. L’idea era venuta a Gustav Kuhn, direttore d’orchestra con cui collaboro spesso, e assieme avevamo stabilito pure il possibile repertorio. Ma non ne ho avuto il tempo. Comunque, se realizzarlo per il centenario della scomparsa è ormai tardi, non è detto che non si possa fare nel 2023 per i 150 anni della nascita".

Lei e Caruso avete entrambi una stella sull’Hollywood Boulevard, segno della grande popolarità americana. Uno degli apici lei l’ha raggiunto dieci anni fa con quel concerto al Central Park ripubblicato su disco da pochi giorni. Cosa ricorda di quella sera?

"Nella mia carriera il Central Park è stato un punto d’arrivo. Sono un ragazzo di campagna e non me lo dimentico, così, quando mia moglie Veronica, affacciata alle finestre del Ritz Carlton, mi disse che c’era Mahnattan bloccata dalla fiumana di gente in marcia verso il concerto, l’emozione fu enorme. Sapevo che in tutto quello c’entravo poco, ma vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare...".

Altre notti scolpite tra i ricordi?

"New York è la città-simbolo dello spettacolo, ha luoghi emblematici che scatenano la fantasia delle persone, per questo ricordo la suggestione del debutto al Metropolitan o alla Carnegie Hall. Ma aggiungerei pure i concerti alle Piramidi, al Colosseo, e quelli davanti al Santo Padre".

Oggi e sabato si esibisce al Teatro del Silenzio di Lajatico.

"Il tema è “Il mistero della bellezza“ e doveva essere espresso già nel concerto dell’anno scorso poi cancellato causa pandemia. Ci saranno Annalisa e sei danzatori coreografati da Kristian Cellini. Abbiamo una capienza dimezzata rispetto al solito, quindi circa cinquemila posti a sera. Lo scorso anno avevamo venduto già undicimila biglietti".

La sua Fondazione ha appena compiuto dieci anni.

"Il mondo è pieno di problemi da risolvere, perché la sofferenza è dietro ogni angolo. Come testimoniano i recenti fatti, la situazione ad Haiti non è molto migliorata, ma quando iniziammo a lavorarci era veramente tragica. Le scuole che abbiamo costruito là mi danno una felicità straordinaria, come me la dà la gratitudine di quei bambini. Abbiamo appena festeggiato l’anniversario a Firenze, con Noemi, Renato Zero, Giovanni Caccamo, Carol Alt, Jo Champa, Tony Renis e tanti altri amici".

A proposito di Renato Zero, sa che sta scrivendo una Messa?

"Sì, me ne ha parlato. E ha aggiunto che non vuole cantarla lui".

Uno più uno...

"Gli ho detto di mandarmi la registrazione per avere un’idea della direzione presa. Se mi piace, la incido".

 

 

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