Con il "biliardino umano" si torna a giocare a calcio dopo il Coronavirus

Per gli argentini la voglia di calcio è tale che non saranno certo le disposizioni anti-Coronavirus a tenerli lontani dallo sport nazionale. Nella città di Pergamino, a 230 chilometri dalla capitale Buenos Aires, si sono inventati un sistema per giocare che rispetta l'obbligo del distanziamento sociale e la norma che permette di praticare attività fisica all'aperto fino a un massimo di dieci persone. Le partite 11 contro 11, quindi, sono ancora proibite, ma cinque contro cinque si può fare, a patto di trovare un modo di evitare i contatti ravvicinati. Lo hanno ribattezzato metegol humano, ossia biliardino umano, per via di come è organizzato il terreno di gioco: si utilizza un campetto di calcio a cinque suddiviso in dodici rettangoli che delimitano lo spazio di azione dei giocatori. Ciascun difensore, centrocampista o attaccante può muoversi solo all'interno del suo rettangolo; se sconfina, viene punito con un fallo a favore dell'altra squadra. Un video che circola su Facebook permette di farsi un'idea di come funziona:

Si tratta ovviamente di una declinazione piuttosto diversa del classico calcetto. Niente contatto fisico, niente scatti e accelerazioni, niente dribbling a tu per tu con l'avversario. Piuttosto, il metegol humano esalta rapidità e precisione nel passaggio e nel tiro. Dopo aver ricevuto il via libera dalle autorità locali a fine giugno, il giorno dopo già si disputava la prima partita in un centro sportivo locale. Certo, il biliardino in carne e ossa non regalerà l'adrenalina di una partita "vera", ma dopo tre mesi e passa di astinenza per i giocatori tornare a calciare il pallone è stato liberatorio.