Chi ha un tatuaggio deve temere la risonanza magnetica?

Gli inchiostri usati sulla pelle possono contenere metalli sensibili ai campi magnetici. Ma secondo gli scienziati, non bisogna preoccuparsi

Un tatuaggio

Un tatuaggio

Una ricerca apparsa in questi giorni sulla rivista New England Journal of Medicine ha cercato di chiarire se i tatuaggi "vadano o meno d'accordo" con la risonanza magnetica, una delle più comuni tecniche diagnostiche in ambito medico. Gli inchiostri possono infatti contenere dei metalli che sono potenzialmente pericolosi quando vengono a contatto con un campo magnetico. NIENTE OGGETTI DI METALLO Chi ha affrontato una risonanza magnetica almeno una volta nella vita conosce già la prassi: non si possono indossare orologi, bracciali e accessori simili ed è preferibile che il paziente non disponga di protesi o dispositivi metallici. Nel corso dell'esame, i materiali ferromagnetici possono infatti muoversi e danneggiare i tessuti, oppure semplicemente interferire con il campo magnetico, dando luogo a ustioni. PIGMENTI METALLICI Gli inchiostri usati dai tatuatori presentano un mix di sostanze chimiche diverse, alcune delle quali rispondono ai campi magnetici di elevata intensità, come il ferro e il nichel. Non bisogna per forza pensare a scenari horror in cui il tatuaggio strappa via la cute: ci sono piuttosto testimonianze di pazienti che avrebbero percepito bruciori o strane sensazioni, come se la pelle "venisse tirata". TATUAGGI SOTTO ESAME Il lavoro in tandem dell'ente pubblico tedesco Max Planck e della UCL (University College London) ha coinvolto 330 persone, per un totale di 932 tatuaggi. Grazie all'uso di uno scanner per RM da 3 Tesla, i ricercatori hanno rilevato che, nonostante alcuni pigmenti d'inchiostro siano elettricamente conduttivi, gli effetti del campo magnetico sono quasi nulli, o comunque non sufficienti per causare danni all'organismo. Solo in un caso, un volontario ha riscontrato una sensazione di formicolio sulla pelle, che tuttavia è scomparsa dopo 24 ore senza la necessità di un trattamento medico. NON C'È DA PREOCCUPARSI Per evitare rischi inutili, lo studio si è limitato a testare tatuaggi grandi al massimo 20 centimetri, escludendo le persone che avevano più del 5% del corpo inchiostrato. Nonostante il campione ristretto, gli scienziati ritengono le prove raccolte sufficientemente rassicuranti, in quanto sembra improbabile che tatuaggi più grandi possano rappresentare un rischio per la salute in caso di RM.