Mercoledì 24 Aprile 2024

Dobbiamo avere paura delle mosche negli ospedali?

La carica batterica di mosche e altri insetti volanti non va sottovalutata, dice uno studio, soprattutto a causa dei rischi connessi ai superbatteri

Un esemplare di mosca domestica

Un esemplare di mosca domestica

In ospedale, il ronzio di una mosca potrebbe costituire più di un semplice fastidio. Secondo un studio condotto nel Regno Unito e pubblicato sulla rivista Journal of Medical Entomology, il 90% degli insetti volanti raccolti in sette diversi nosocomi sono risultati portatori di batteri dannosi per l'uomo. Tra questi ci sarebbero anche numerosi superbatteri resistenti agli antibiotici. A CACCIA DI INSETTI NEGLI OSPEDALI Nell'arco di 18 mesi, il team della Aston University, guidato dalla ricercatrice italiana Federica Boiocchi, ha raccolto quasi 20mila insetti volant i in sette strutture ospedaliere del National Health Service (il sistema sanitario del Regno Unito), servendosi di lampade UV, trappole elettroniche e strisce adesive. La mosche, tra cui la mosca domestica, hanno coperto tre quarti delle specie catturate, a cui si sono aggiunte afidi, api, vespe e falene. BATTERI DURI A MORIRE L'analisi di laboratorio hanno rilevato che nove insetti su dieci trasportavano batteri potenzialmente pericolosi per la salute umana. Oltre la metà dei ceppi identificati erano classificabili come "superbatteri", in quanto resistenti ad almeno una classe di antibiotici, penicillina in primis. Quasi il 20% dei microrganismi è risultato invece resistente a classi multiple di antibiotici. UN ECOSISTEMA VARIEGATO In tutto sono stati riconosciuti ottantasei ceppi batterici, di cui il 41% riconducibili agli Enterobacteriaceae, che comprendono, tra gli altri, Escherichia Coli e Salmonella. Il 24,4% dei ceppi apparteneva alla famiglia che include il Bacillus cereus, responsabile di un'intossicazione alimentare simile a quella provocata dallo Stafilococco, mentre il 19% faceva capo ai germi che causano infezioni cutanee, ascessi e infezioni respiratorie. NIENTE PANICO, MA… Gli autori hanno sottolineato che l'intento delle studio non è di sollevare inutili allarmismi: nella maggior parte dei casi il rischio che gli insetti trasferiscano i propri batteri ai pazienti è infatti trascurabile. Tuttavia, spiega il coautore Anthony Hilton, "Anche negli ambienti più puliti, è importante adottare misure per impedire che gli insetti introducano i germi negli ospedali". L'obiettivo è in sostanza quello di spingere le strutture sanitarie a migliorare sempre più i propri standard di eccellenza, anche e soprattutto in relazione al crescente problema dell'antibiotico resistenza.