Venerdì 19 Aprile 2024

Influenza 2018 in Italia, isolato il primo virus. Tutto quello che c'è da sapere

Prima contagiata una donna, ora in ospedale. Come vaccinarsi. Dopo Natale l'epidemia vera e propria

Una donna in gravidanza si fa vaccinare (Ansa)

Una donna in gravidanza si fa vaccinare (Ansa)

Roma, 5 novembre 2018 - L’influenza 2018 è arrivata in Italia. Presso il laboratorio di igiene e sanità pubblica dell’Università di Parma è stata accertata la presenza del virus tipo A/H3N2. I ricercatori del gruppo emiliano (Paola Affanni, Maria Eugenia Colucci e Marialuisa Tanzi) ne hanno dato notizia all’Azienda USL di Parma e all’Istituto Superiore di Sanità. Il virus attualmente in circolazione è stato isolato da un tampone faringeo di una donna di 27 anni ricoverata per una sintomatologia influenzale acuta con febbre alta, tosse, mal di gola, debolezza, dolori muscolari, senza patologie croniche.

Si tratta del primo caso certificato di influenza da virus A registrato in questa stagione invernale in Italia dalla rete Influnet. Ma i casi di influenza, da metà ottobre, secondo le stime sono arrivati già a quota 125 mila. Secondo gli analisti, quella di quest'anno sarà un'epidemia influenzale di intensità media e costringerà a letto 5 milioni di italiani. 

“Il virus isolato a Parma è un A/H3N2, mentre in Puglia è stato identificato l’A/H1N1”, ha precisato Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. L’ultima ondata di maltempo ha aperto la strada alla classica epidemia legata ai rigori invernali. Approfittiamo di questo segnale per un invito alla vaccinazione. “La vaccinazione è consigliata per proteggere i soggetti fragili e gli anziani, ma anche le persone che li circondano. Quest’anno - conclude Rezza - mi aspetterei una circolazione più ampia proprio dell’H3N2 nel nostro Paese, ma l’andamento resta sempre un’incognita”. Quello isolato a Parma è un ceppo “presente sia nel vaccino tetravalente, che in quello trivalente adiuvato, consigliato negli anziani”, ricorda lo specialista.

La composizione vaccinale 2018/2019 prevede infatti: A/Michigan/45/2015 (H1N1) - presente anche nel vaccino 2017-2018; A/Singapore/INFIMH-16-0019/2016 (H3N2) - nuova variante; B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria) - nuova variante. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda inoltre, nel caso dei vaccini quadrivalenti, l’inserimento del virus B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata), in aggiunta ai tre precedenti.

L'anno scorso il virus influenzale di tipo B ha contagiato più persone, ma in proporzione meno soggetti di età avanzata. Fabrizio Pregliasco, ricercatore all'Università di Milano e direttore sanitario dell'istituto Galeazzi, ricorda che siamo ancora in una fase iniziale, l'epidemia vera e propria arriverà dopo Natale, con un picco nel mese di gennaio, e dovrebbe imperversare a ritmi sostenuti per circa 2-3 settimane. Molto dipenderà dalle temperature, i rigori invernali faciliteranno la diffusione.

Come premunirsi allora? C'è tempo fino alla fine dell'anno, ma prima si procede alla vaccinazione, prima si formano gli anticorpi. Dosi di vaccino antinfluenzale sono distribuite ai medici di famiglia e alle residenze per anziani. La profilassi è raccomandata anche agli adulti impegnati in servizi di interesse pubblico, che entrano in contatto con persone deboli o con malattie croniche, in tutti questi casi il vaccino è offerto gratuitamente. Chi non rientra in queste categorie ma desidera ugualmente proteggersi dall’influenza può acquistare il vaccino in farmacia e affidarsi al proprio medico di fiducia.

La vaccinazione antinfluenzale è gratuita e raccomandata a persone sopra i 65 anni, anche in buona salute, persone affette da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza, come ad esempio diabete, cardiopatie, broncopneumopatie croniche; persone che convivono o hanno frequenti contatti con malati; donne in gravidanza che all’inizio della stagione influenzale si trovino oltre il primo trimestre di gestazione; persone che devono sottoporsi a interventi chirurgici; medici e personale sanitario di assistenza; forze di polizia e vigili del fuoco; donatori di sangue; professionisti che sono a contatto con animali che potrebbero trasmettere virus influenzali non umani, ad esempio: veterinari, allevatori, macellatori; persone di qualunque età ricoverate in strutture sanitarie e socio-sanitarie per lungodegenti.