Venerdì 19 Aprile 2024

Oscar 2023, i "belli" ma sfavoriti

Facile prevedere che come miglior film straniero sia premiato Niente di nuovo sul fronte occidentale, anche a scapito di Argentina, 1985, The Quiet girl e Close, tutte pellicole che in altre stagioni avrebbero corso con ottime chances

Una scena di "Argentina, 1985"

Una scena di "Argentina, 1985"

Los Angeles, 12 marzo 2023 - Non pochi si sono chiesti il perché della presenza tra i miglior film stranieri candidati all'Oscar di EO, ultima e bizzarra opera del maestro Skolimowski, protagonista un asino (anche se gli interpreti sono più esemplari, prelevati nell’isola sarda, celebre per simili quadrupedi) e ancor più se lo chiedono dopo che è stato messo da parte nella preselezione Nostalgia di Mario Martone. Facile prevedere che sia premiato Niente di nuovo sul fronte occidentale, anche a scapito di Argentina, 1985, The Quiet girl e Close, tutte pellicole che in altre stagioni avrebbero corso con ottime chances. Consola, almeno in parte la presenza di Le pupille di Alice Rohrwacher che nella categoria miglior cortometraggio potrebbe spuntarla su un quartetto sulla carta poco ferrato.

 

Non scontata ma accreditata è la possibilità che a vincere nella categoria del miglior documentario sia Tutta la bellezza e il dolore di Laura Poitras in cui risuona un’eco nostrana per essere stato Leone d’Oro all’ultima Mostra veneziana. Lo spasmo dell’attesa andrà allora indirizzato laddove i cuori si scaldano di meno ma i segni possono essere premonitori.

I non protagonisti maschili vedono in prima linea due coprotagonisti de Gli spiriti dell’isola Brendan Gleeson e Barry Keoghan, anche se è probabile che i buoni sentimenti di Causeway avvicinino alla statuetta Brian Tyree Henry. Tra le non protagoniste Angela Bassett di Black Panters potrebbe essere una serie rivale per Jamie Lee Curtis di Everything Everywhere All at Once.

La categoria di attori e attrici protagonisti o meno è oltretutto stata messa in discussione e l’Academy ha commissionato uno studio sul gender in questo ambito. Adeguarsi ai tempi o salvaguardare la tradizione? I venti a volte spirano al contrario, come mostra la mancanza di registe donne dopo che negli ultimi anni erano state premiate Chloe Zhao e Jane Campion.

La tenzone tra Ryanna e Lady Gaga sembra riguardare il passato e non scalda il cuore delle platee. Chi alla musica presta orecchio guarda alle colonne sonore e qui Justin Huewitz dovrebbe riuscire a portare in dote a Babylon, il film più sottovalutato dell’anno, l’unico possibile oscar. Il film di Chazelle è comunque in buona compagnia tra gli assenti. Da Till-Il coraggio di una madre a Nope

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