Martedì 23 Aprile 2024

Battiato, la stagione del canto se ne va

Ecco il disco che annuncia l’abbandono definitivo delle scene. Con un inedito, 'Torneremo ancora', del 2017

Battiato con il responsabile del suono Pino 'Pinaxa' Pischetola in una foto recente

Battiato con il responsabile del suono Pino 'Pinaxa' Pischetola in una foto recente

Milano, 16 ottobre 2019 - "Torneremo ancora è l’ultima canzone di Franco Battiato". E l’album omonimo, sul mercato da venerdì prossimo, l’ultimo di una monumentale discografia varata da Fetus nell’ormai lontanissimo 1972. Quella che ormai da tempo era ben più di una sensazione trova (mesta) conferma nelle parole di Francesco Cattini, manager e amico di quel 're del mondo' che col suo smisurato talento continua a tenerci prigioniero il cuore. Anche se il disco, registrato da Battiato con la Royal Philharmonic Concert Orchestra diretta dal Carlo Guaitoli durante le prove del tour 2017 (cinque concerti a Palermo, Roma, Carpi, Pistoia e Palmanova ridotti a quattro per la cancellazione della tappa toscana a causa del maltempo) poco aggiunge all’epopea. Soprattutto per quel che riguarda le orchestrazioni. Il comunicato diffuso in vista del lancio mette però un punto fisso alla ridda di illazioni facendo cenno ai motivi di salute che "hanno costretto da un paio d’anni il Maestro Battiato a ritirarsi dalle scene".

E il video promozionale di Torneremo ancora mostra Franco, presente a se stesso ma provato dalla malattia, mentre discute – anche se l’audio non si sente, coperto dalla musica – con l’irrinunciabile responsabile del suono Pino “Pinaxa” Pischetola dei missaggi del disco. A dimostrazione che siamo lontani dall’aura di "una ritrovabile piena salute" alimentata sui media da familiari e discografici parlando di "nuovo album" del cantautore, complice la sintesi estrema della comunicazione social: un’attesa che la realtà dei fatti sembra smentire. Sembra, infatti, che Battiato abbia iniziato ad accusare emicranie e vuoti di memoria cinque-sei anni fa, dando la colpa inizialmente la sinusite. Anche se la famiglia ha escluso ufficialmente l’Alzheimer, di malattia neurodegenerativa dovrebbe comunque trattarsi.

"Franco non sta sufficientemente bene per essere qui oggi, ma non posso nemmeno dire che sta male, se non altro perché l’ho sentito al telefono e mi dice che sta bene" ha detto Pinaxa presentando ieri mattina il disco nei locali della Sony Music. "Queste quindici canzoni le abbiamo “sistemate” nell’home studio che s’è costruito in casa". Sulle condizioni dell’autore de La cura era ruvidamente intervenuto nei giorni scorsi il musicista Roberto Ferri, già autore di quella "Ode all’Amico che fu e che non mi riconosce più…" che mesi fa aveva denudato i problemi fisici di Battiato. In una recente intervista, infatti, Ferri - vincitore di Sanremo ’83 con Sarà quel che sarà di Tiziana Rivale e coautore per Patty Pravo con Vasco e Curreri di E dimmi che non vuoi morire - ha detto che Cattini e la casa discografica "hanno voluto tirare fuori qualcosa per tenere vivo quello che, purtroppo, è già morto". "Ma nel suo caso non userei il termine “collaboratore” di Battiato" tiene a precisare Pischetola. "Perlomeno, a me che lavoro con lui da più di vent’anni non risulta". Però i due un pezzo l’hanno abbozzato ed è quello che Ferri ha proposto un paio di anni fa a Tiziano Ferro, che l’ha messo da parte.

Torneremo ancora, invece, nasce su impulso di Caterina Caselli, che l’aveva chiesto all’amico per Andrea Bocelli. Poi il tenore di Lajatico ha preferito altro e "siccome quello che Battiato incide non rimane in un cassetto ma finisce su disco, eccolo qua" spiega Cattini. "La voce di Franco è stata registrata nel 2017, mentre gli archi sono stati incisi lo scorso maggio a Londra dallo stesso maestro Guaitoli". In strofe come "Cittadini del mondo, cercano una terra senza confini, la vita non finisce, è come il sonno, la nascita è come il risveglio, finché non saremo liberi" c’è un toccante sincretismo 'spirituale' che si sposa con quello musicale e artistico. "Il brano è nato discutendo sul problema dell’immigrazione" racconta Roberto 'Juri' Camisasca, coautore della canzone e storico collaboratore di Battiato, di cui nel prossimo album Laudes rilegge quella Nomadi firmata assieme in Fisiognomica. "Il brano s’intitolava originariamente I migranti di Ganden e lo avevamo iniziato con l’intenzione di affrontare la questione, ma poi ci siamo resi conto che sviluppare quel tipo di concetto in forma politica avrebbe un po’ deviato dal nostro percorso artistico, così lo abbiamo trasformato in un discorso universale perché, in fondo, siamo tutti migranti fino a quando non raggiungiamo l’ultima dimora".

Un disco come Torneremo ancora, in cui figura pure una rivisitazione della Te lo leggo negli occhi di Sergio Endrigo, ribadisce la passione di Battiato per il suono. "Franco ci ha regalato le perle dei tre volumi di Fleurs raccogliendo canzoni di altri autori che pensava di aver migliorato rispetto alla versione originale" dice Cattini. "Stavolta ha migliorato se stesso e per questo Torneremo ancora potrebbe idealmente rappresentare il suo Fleurs 4". Deve averlo pensato pure la Universal che, per sfruttare la scia di questa nuova pubblicazione Sony, ha pensato bene di raccogliere i tre Fleurs in un nuovo cofanetto sul mercato dall’8 novembre.

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