Sabato 19 Luglio 2025
ALEX LUNG
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I batteri che puoi incontrare nell’acqua della piscina

Il Cryptosporidium è resistente al cloro e può causare malattie intestinali. È presente soprattutto nelle ore di punta

Piscina, un'immagine di archivio (foto iStock)

Piscina, un'immagine di archivio (foto iStock)

Roma, 2 luglio 2025 - Con il caldo dell'estate non c'è niente di più piacevole di trovare refrigerio in piscina. Tuttavia - in pochi ne sono consapevoli - questi ambienti nascondono potenziali minacce microscopiche: batteri, virus e parassiti che possono causare fastidiose - e a volte serie - infezioni.

Secondo Bbc News, uno dei principali responsabili delle malattie legate all’acqua delle piscine è il Cryptosporidium, un parassita resistente al cloro che, secondo i dati raccolti negli ultimi 25 anni in Inghilterra e Galles, è la causa più comune di focolai di malattie intestinali trasmesse dall’acqua. Questo microrganismo è causa di sintomi come diarrea, vomito e dolori addominali, anche fino a due settimane, e spesso con recidive.

La trasmissione può avvenire se una persona infetta ha un "incidente fecale" in acqua o se altri nuotatori ingeriscono anche solo tracce di materiale fecale residuo. "E potrebbero continuare a diffondere il parassita anche dopo la fine dei sintomi", spiega Ian Young, docente alla Toronto Metropolitan University. Secondo uno studio del 2017, praticamente tutti finiscono con l'ingerire inconsapevolmente l'acqua della piscina: in media, gli adulti ne ingeriscono circa 21 millilitri all’ora, mentre i bambini ne assumono più del doppio.

Il Cryptosporidium è più comune nelle ore di punta, come dimostrato da un’analisi su sei piscine nell’estate 2017, che ha rilevato la sua presenza nel 20% dei campioni analizzati, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza.

Ma non è l’unico pericolo. "Batteri opportunisti come lo Staphylococcus possono causare infezioni cutanee", afferma Stuart Khan, professore all’Università di Sydney. Inoltre, ambienti umidi come gli spogliatoi favoriscono funghi e batteri responsabili di infezioni auricolari come l’otite esterna, nota anche come 'orecchio del nuotatore'.

Anche l’inalazione può rappresentare un rischio: ad esempio, la Legionella, se presente, può causare la grave polmonite nota come malattia del legionario.

Per fortuna, i casi gravi sono rari. “La disinfezione a base di cloro funziona nella maggior parte dei casi”, rassicura Young. Tuttavia, Khan sottolinea che la sua efficacia dipende da variabili come pH, alcalinità e numero di bagnanti: “Più persone ci sono, maggiore è il fabbisogno di cloro. È una vera e propria scienza”.

La manutenzione è quindi fondamentale. Nonostante in molti Paesi non esistano normative vincolanti, una gestione attenta è ciò che mantiene la piscina non solo pulita all’apparenza, ma anche sicura.